Il loro paese, in questo 2021, si è risvegliato molto più piccolo ed isolato, molto più solo e malato, molto più cattivo e diffidente, molto più soggiogato da quelle oscure forze, conservatrici e capitaliste, contro le quali il duo di Nottingham ha rivolto, anche in passato, i suoi strali vibranti di sonorità rap e post-punk, alle quali, in questo disco, si affiancano anche elementi di matrice più funk e garage.
Un alone negativo e pessimista sembra avvolgere questo nuovo lavoro, “Spare Ribs”. Esso, infatti, è pervaso dalla triste constatazione che, ormai, qualsiasi idea di equità , di legalità , di correttezza, di gentilezza umana, è stata spazzata via, travolta dalla Brexit, dalla crisi sanitaria, dall’isolamento forzato. Tutto ciò ha reso le ambientazioni sonore del disco ancora più essenziali e scheletriche; i bassi sono sofferenti, esasperati e convulsi; le ritmiche diventano aspre, ma sempre cariche di swing, mentre i testi restano diretti, ispirati ed incisivi, a metà strada tra uno sfogo sprezzante ed un atto di espiazione catartica.
Qualcuno, forse, potrebbe obiettare che la furia invettiva degli Sleaford Mods resta troppo uguale a sè stessa, ma, in fondo, anche la condizione della working class ““ in Gran Bretagna ed anche altrove, nel mondo ““ non è certo cambiata. La musica non è sempre la stessa? E non si tratta, affatto, di una musica allegra.
Il governo Tory tratta le persone come dei semplici capri espiatori (vi ricorda qualcosa di familiare?), preoccupandosi più dei consumi e degli interessi speculativi e finanziari dei propri amici, che del benessere fisico e mentale delle persone comuni, protetto, come sempre, da una truppa di media compiacenti, di personaggi più o meno corrotti, tra i quali Jason Williamson mette anche tutti quegli artisti e quella gente di spettacolo che utilizza il sistema solo per arricchirsi ed aumentare i propri consensi, senza preoccuparsi delle rovine che gli stanno attorno. In questo scenario apocalittico, nel quale i poveri diventano sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi, trovano spazio le preziose collaborazioni con Amy Taylor e Billy Nomates, che hanno il pregio di spezzare il loop monodimensionale, rendendo assolutamente accattivanti “Nudge It” e “Mork n Mindy”.
Nell’album, tra i riverberi xenofobi di “Out There” e l’arroganza violenta e meschina dei potenti di “Elocution”, trova spazio anche la nostalgia per la vita com’era prima, “Top Room” è piena dei profumi e dei sapori del pub vicino casa, della voglia di scambiare quattro chiacchiere con un amico, magari sorseggiando una pinta di birra, mentre in sottofondo, da una radio gracchiante, qualcuno canta che Londra sta chiamando. Ma era solo un sogno, perchè, ormai, nessuno più chiama nessuno; siamo troppo impegnati a stare nascosti, a dare la colpa a qualcun altro ed a sputare veleno su chiunque ci dicono sia il nostro nuovo e temibile nemico.
Credit Foto: Simon Parfrement