I Cheekface sono un trio di Los Angeles composto da Gregory Katz chitarra e voce, Amanda Tannen basso, cori e autrice della cover del disco e Mark Echo Edwards alla batteria, tornano ora con il loro secondo album.
Possiamo dire subito che ci portano un bel carico di allegria, riuscendo con il loro sound e i loro testi a non farci annoiare nell’ascolto di questo “Emphatically No.”
Nel disco, qua e là , spuntano i loro riferimenti musicali, Lou Reed, Jonathan Richman, Minutemen e i Talking Heads che, per lo stessa ammissione, sono proprio le fonti dalle quali hanno principalmente attinto, finendo addirittura per inserire il giro di basso di “Psycho Killer” in uno dei loro pezzi (non ve lo dico ma menzione speciale per chi lo individua per primo).
Questo insieme di brani che mischiano punk e power pop sono stati registrati e mixati da Greg Cortez presso il Monkey Studio di Los Angeles, un tempo di proprietà di Elliott Smith e sicuramente rappresentano un passo in avanti per la band.
L’album inizia con il coinvolgente “”Listen to Your Heart.” “No.””, che affronta in modo ironico e simpatico un aspetto della personalità di molti, l’incapacità di saper dire di no e la necessità di lavorarci sopra, cantando in modo irresistibile “… Listen”Š to your heart (No) Keep on keeping on (No) Just say “no” to drugs (No) Eat a healthy lunch (No) Draw outside the lines (No) Pay your parking tickets (No) Buy one, get one free (No) Turn the other cheek (No)“.
Gregory Katz usa la voce quasi recitando mentre Amanda interviene vocalmente dando un tocco in più ai brani, come avviene in “Best Life”, pezzo forte dell’album, in cui il testo ironizza sull’idea di vivere la migliore vita possibile, concetto che oggi, un po’ come la teoria “leibniziana” di vivere nel migliore dei mondi possibili che il filosofo Pangloss aveva inculcato a Candido, ci viene venduto come filosofia di vita, quando invece l’unica migliore vita che avrai sarà semplicemente solo l’unica che avrai vissuto.
Il divertimento, intelligente e sano, continua in molti altri brani, come per “Original Composition” un bel basso e un perfetto recitato in stile B-52’s e Minutemen e con un po’ di disastro ambientale per tutti “..Let’s see what chaos visited humanity today while I was on vacation“, per “No Connection” potenziale coinvolgente singolo per chi è stanco delle chiacchiere,”…Well, just let me know when you finish taking down capitalism, man Until then I’m gonna stay inside, I’m gonna stay in..“.
Non dobbiamo dimenticare di citare “Call Your Mom” pezzo punk con alla chitarra Devin McKnight dei Maneka e “(I Don’t Want to Go To) Calabasas”, nel quale, volontariamente, sono presenti riferimenti ad una delle loro band preferite i Minutemen .
Si chiude con “Don’t Get Hit by a Car” praticamente un pezzo rap, con tanto di citazione per quella simpaticona di Lena Dunham,”…And of course I relate to Lena Dunham, I relate to every annoying genius. Don’t get hit by a car!” e un testo autoironicamente amaro.
Finiti gli ascolti posso dire di essermi divertito con questi ragazzi che hanno idee e una bella scrittura, sanno giocare con pezzi che entrano subito in circolo e ti salvano la giornata.
Photo credit: Miriam Brummel