C’è stato un tempo in cui i Coldplay erano davvero un gruppo figo. C’è stato un tempo in cui pareva che i Lowgold potessero giocare nel loro stesso campionato e che la strada per il loro successo fosse davvero segnata con il semaforo verde, guardacaso proprio in concomitanza del tour con Chris Martin e soci. C’è stato quel tempo. Poi tutto è andato bellamente in malora. I Coldplay sono impazziti e i Lowgold si sono spenti nell’indifferenza generale. Però nel febbraio 2001 quello che avevamo tra le mani era davvero un disco magnifico.

I Lowgold esordivano con un gioiello tormentato e commovente come “Just Backward of Square” e ci lascivano a bocca aperta, incantati da tanta malinconia struggente. Il guitar-pop messo in piedi da Darren Ford, a prima vista, potrebbe sembrare poco ricercato, con soluzioni fin troppo telefonate, ripetitive e languide e dei richiami piuttosto evidenti ai Coldplay, ma chi si fermasse alla prima vista avrebbe sbagliato tutto. Ricordo la becera recensione del solito NME che aveva completamente messo fuori fuoco il disco. Ma d’altra parte cosa aspettarsi da chi è sempre e solo abbagliato dai lustrini e dalle pailettes? Nulla. In questo disco pervade l’emotività , la capacità  di muoversi spesso su toni bassi e raccolti risultando sempre credibili e dannatamente empatici, riportando alla mente dell’ascoltatore tristezze e struggimenti. Si, c’è poco da stare allegri in casa Lowgold e forse la presenza di Tony Lush alla produzione spiega questo mood, così come una certa vicinanza a profumi più americani che inglesi.

In un disco assolutamente privo di punti deboli possiamo dire che il vero punto di forza è proprio l’andamento compassato e avvolgente, accompagnato da chitarre che sanno anche essere piene e riverberate (il buon vecchio Simon Scott degli Slowdive è alla batteria e in fatto di riverberi lui se ne intende) il giusto. I singoli “Beauty Dies Young” e “Mercury” sono due mid-tempo pazzeschi, con il secondo che scivola quasi su trame shoegaze, gonfio di una melodia travolgente e sublime, ma è con le suggestive e toccanti “Back Here Again” e “Never Alone” che la poetica della band si sublima in modo magico, per non parlare dell’assolo sporco alla fine della dolcissima “Less I Offer”. Da lacrime agli occhi.

20 anni. A volte mi chiedo se solo io e il collega Stefano Bartolotta ci ricordiamo con amore e devozione totale questi ragazzi. Spero tanto non sia così…

Pubblicazione: 12 Febbraio 2001
Registrato: Chipping Norton Recording Studios, Oxfordshire, England, Jacobs Studios, Surrey, England
Genere: Indie-Rock
Label: Nude Records
Produttore: Tony Lash, Dave Eringa

Tracklist:
1. Golden Ratio
2. Beauty Dies Young
3. Mercury
4. Out of Reach
5. ack Here Again
6. Counterfeit
7. Never Alone
8. In Amber
9. Open the Airwaves
10. Less I Offer
11. Into the Void