Nel corso dell’ultimi due anni ci sono stati costanti esordi e affermazioni di nuove band che si ispirano al post punk, spesso baciate da un notevole successo di critica e pubblico.
Un panorama interessante e a tratti entusiasmante, ma che in diversi episodi iniziava già nelle seconde uscite a dare i piccoli primi segni di stanchezza, con album ancora validi ma spesso eccessivamente esaltati da pubblico e critica.
Come succede in modo abbastanza naturale il successo di un genere si alimenta da solo, così da far produrre dalle case discografiche nuove band che, spesso, in questo modo, riescono ad avere l’occasione di farsi conoscere e uscire dall’anonimato.
Arrivano così anche i Tv Priest con il loro album di esordio “Uppers”, uscito per la prestigiosa Sub Pop Records, che si muovono nel genere con una certa competenza restando principalmente in territorio Idles.
La band è indubbiamente valida e sa suonare, a volte sembrano ad un passo da trasformare tutto in garage-rock, per poi tornare nella loro cifra voluta e ricercata del post-punk, anche se l’album risente purtroppo di una produzione alquanto inflazionata e quindi accentua quel tratto di già sentito che caratterizza gran parte delle band che oggi ripropongono il genere.
Ovviamente ogni band mette del suo per distinguersi più o meno riuscendoci: gli Idles lo fanno con l’energia e la forza, i Viagra Boys con simpatia e stile punk, i Fontaines D.C. con Joyce e Curtis, i Protomartyr con classe ed eleganza, e i TV Priest?
Direi che anche loro mettono energia e capacità ma forse non hanno quel qualcosa in più per farli imporre in maniera importante, soprattutto in un periodo nel quale la dimensione live è purtroppo assente e dove immagino loro possano distinguersi.
I testi affrontano temi politici con un tocco ironico e sarcastico. Si parla di brexit “This Island”, l’informazione “Press Gang” o la critica sociale con l’interessante ” Journal Of A Plague Year” che trae ironicamente e brillantemente ispirazione da “Diario dell’anno della peste” di Daniel Defoe, romanzo storico che narra, attraverso fatti e testimonianze, la grande epidemia di peste del 1665 che colpì Londra.
I Tv Priest sono in fondo una buona band che però paga dazio a un panorama post punk abbastanza affollato, facilmente li vedremo come band di supporto di qualche gruppo post punk citato prima. Per ora non posso che augurare loro di crearsi un buon seguito e magari spostarsi in futuro verso sonorità più rock, viste la evidenti capacità e attitudini dei musicisti.
Credit Foto: Dan Kendall