A quasi sei anni di distanza dal loro sophomore, “If I Was”, le Staves sono tornate con un nuovo atteso LP: le sorelle di Watford hanno prodotto la maggior parte del disco, ma hanno poi deciso di farsi aiutare anche dalle alle sapienti mani di John Congleton (Anna Calvi, Sharon Van Etten, Angel Olsen, St. Vincent, Lucy Dacus), uno che non ha certo bisogno di presentazioni.
In questo lungo periodo le Staveley-Taylor, però, non sono rimaste con le mani in mano: sono state in tour con Bon Iver e le First Aid Kit, hanno realizzato un album, “The Way Is Read”, insieme all’ensemble di New York City yMusic, Camilla è ritornata in UK da Minneapolis dopo la fine di una relazione sentimentale, hanno sofferto per la perdita della loro mamma nel 2018 e, nell’anno successivo, Emily è diventata mamma della piccola Margo.
Tutti questi momenti della loro hanno senza dubbio segnato in qualche modo il loro songwriting, che negli ultimi anni era spesso diventato un lungo scambio di note vocali via e-mail, come ci segnala subito la press-release.
La title-track “Good Woman”, che apre il disco, sembra spiegare molto bene il punto che hanno raggiunto le sorelle di Watford: le loro splendide armonie a tre parti e quelle atmosfere notturne che continuano a crescere fino all’arrivo del coro si uniscono alla consapevolezza delle Staves di essere delle persone di valore, che possono credere nei loro mezzi e nel loro essere donne.
Dopo un rumoroso intro di chitarra, “Careful, Kid” si espande con armonie, batteria, synth e ottime melodie, mentre racconta del disagio che si prova dopo la conclusione di una relazione sentimentale.
“Nothing’s Gonna Happen”, invece, usa la semplicità della sua strumentazione, composta solo dalla chitarra acustica e da alcuni fiati sparsi qua e là , per dare un’ulteriore forza alle voce delle sorelle Staveley-Taylor, colpendo in profondità nei sentimenti.
La malinconica “Paralysed”, in cui i vocals di Jessica, Emily e Camilla sono accompagnati dall’ukulele, suona piuttosto triste e torna sul dolore della fine di un rapporto sentimentale, mentre in “Failure” le tre sorelle ammettono i loro errori, ma non rimpiangono più le loro decisioni.
Un album che ha forse qualche tocco pop di troppo in alcuni frangenti, ma questo “Good Woman” ci mostra le Staves, nonostante la malinconia qui presente, consapevoli della loro forza sia come persone che come musiciste: un lavoro gradevole, intelligente, raffinato e capace di donare emozioni che sanno toccare i nostri cuori.
Photo Credit: Sequoia Ziff