“Bryter Layter”, l’album più controverso tra i tre che Nick Drake ha realizzato prima di morire. Il “disco viola”, successore di “Five Leaves Left”, è uscito in sordina nel novembre del 1970 ma solo nei primi mesi del 1971 le copie sono state inviate alla stampa, tanto che molti tutt’oggi considerano marzo di quell’anno come la data d’uscita ufficiale. Dieci brani, gli ultimi realizzati sotto la protezione di Joe Boyd con l’aiuto di una squadra di musicisti di prim’ordine tra cui membri dei Fairport Convention, Chris McGregor, Richard Thompson, Mike Kowalski e Ed Carter dei Beach Boys, gli arrangiamenti orchestrali e dei fiati curati da Robert Kirby.
L’immagine in copertina è opera di Nigel Waymouth: ancora oggi amata e odiata per i colori violenti e quelle scarpe da ballo blu con i lacci gialli diventate un piccolo caso, messe di fronte ai piedi scalzi di Nick per ingentilire uno scatto ritenuto troppo malinconico. “Bryter Layter” ha segnato anche inizio e fine del breve sodalizio tra Drake e John Cale, che dopo aver lasciato i Velvet Underground era a Londra per produrre “Desertshore” di Nico. Il suo contributo a “Fly” e “Northern Sky” nato in due giorni nell’appartamento di Haverstock Hill, Belsize Park, è ancora oggi uno dei momenti più intensi del disco.
Si è molto dibattuto su quanto ci fosse dell’estro e del talento del musicista di Tanworth-in-Arden in questo secondo album, se l’idea di creare un sound più melodico fosse sua o di Boyd. L’unica intervista mai concessa da Nick Drake a Jerry Gilbert di “Sounds” ad inizio anni settanta getta solo parzialmente luce sulla questione. “I’m not altogether clear about the album, I haven’t got to terms with the whole presentation” pare abbia detto, riferendosi forse agli arrangiamenti troppo elaborati forse alla frustrazione per la mancanza di attenzione e pubblicità .
Robert Kirby invece ha un ricordo piuttosto preciso di Nick in studio, intento a spiegare a Doris Troy e P.P. Arnold come cantare i backing vocals di “Poor Boy” e ha sostenuto più volte che ogni decisione è stata presa di comune accordo. Difficile dopo cinquant’anni ricostruire una verità che forse non è più così importante. Meglio godersi quello che resta: trentanove sofisticati minuti curati in ogni minimo dettaglio, figli dell’indole tenace e perfezionista che aveva portato a comporre i testi profetici di “Hazey Jane II” e “Hazey Jane I”, “One of These Things First” e lo strumentale “Sunday” con “Pet Sounds”, John Renbourn e Miles Davis nelle orecchie.
Inutile ribadire che “Bryter Layter” ha finito per essere un altro insuccesso commerciale, aumentando l’insicurezza di un Nick Drake che non sapeva più di chi fidarsi. Qualche mese dopo, nell’ottobre del 1971, sarebbe tornato in studio accompagnato solo dall’ingegnere del suono John Wood per registrare in due sole notti l’amaro e disperato canto di “Pink Moon”.
Nick Drake – Bryter Layter
Data di pubblicazione: 5 marzo 1971
Registrato a: Sound Techniques (Londra), 1970
Tracce: 10
Lunghezza: 39:09
Etichetta: Island
Produttore: Joe Boyd
Tracklist
1. Introduction
2. Hazey Jane II
3. At the Chime of a City Clock
4. One of These Things First
5. Hazey Jane I
6. Bryter Layter
7. Fly
8. Poor Boy
9. Northern Sky
10. Sunday