Il suono di “Pleasure To Kill” dei Kreator è un concentrato di rabbia, violenza e disgusto che lacera i timpani fino a farli sanguinare. Tra tutti i grandi capolavori del thrash metal pubblicati in quel glorioso anno che fu il 1986, il secondo album della band tedesca è sicuramente tra i più cattivi e spietati. è il titolo stesso a suggerirci indirettamente la natura dell’opera: questa è musica che può essere apprezzata solo da chi prova piacere dal farsi ammazzare a colpi di chitarra, basso e batteria.

La voce di Mille Petrozza, appena diciannovenne ma già  maestro del suo marcissimo mestiere, è aspra e “catarrosa” al punto giusto da aggiungere al quadro un graditissimo tocco di crudele naà¯vetè. Perchè, in fondo in fondo, la furia cieca ostentata dai Kreator nelle nove tracce di “Pleasure To Kill” non è altro che genuino entusiasmo giovanile, leggermente contaminato da una sacrosanta ingenuità  che, invece di compromettere il risultato del lavoro, lo esalta, fino a trasformarlo in una sanguinosa ma splendida lettera d’amore viscerale alla musica estrema.

Il cantante/chitarrista di origini italiane e i suoi sodali (il bassista Rob Fioretti e il batterista Ventor) non nascondono mai le piccole imperfezioni tipiche di chi è ancora alle prime armi. Se ci fate attenzione, infatti, noterete quante volte nei brani i nostri siano lì lì per ribaltarsi sul tempo, correndo dietro a ritmiche forsennate e assassine. La qualità  decisamente non eccelsa delle registrazioni amplifica questi difetti che, come già  scritto, in realtà  non sono difetti manco per niente: la loro presenza è il segno tangibile della spontaneità , o ancor meglio della naturalezza, di un thrash metal duro e puro che si basa sostanzialmente su due soli valori: l’impatto e l’intensità .

I riff affilatissimi e gli assoli veloci come saette di Petrozza si scontrano contro il muro in blocchi di granito messo su da un Ventor che percuote le pelli con una ferocia esagerata e da un Fioretti dalla plettrata a dir poco pesante. Il suo basso arranca dietro la chitarra e la batteria delle due anime storiche dei Kreator, acerbe quanto volete ma già  foriere delle meravigliose “sventure” che sarebbero poi arrivate nel corso degli anni seguenti.

I trentotto minuti di “Pleasure To Kill” travolgono l’ascoltatore con la forza di un fiume di lava bollente: se ci si limita a osservarne la superficie, si corre il pericolo di scambiarlo semplicemente per un flusso indistinto di note infuocate che defluiscono rapidissimamente. E invece, tra le pieghe  del thrash caotico e vorticoso della band di Essen, ci sono una miriade di sfumature dinamiche che rendono ancor più avvincenti brani come “The Pestilence”, “Carrion”, “Riot Of Violence”, “Under The Guillotine” e la devastante title track, nella quale accelerazioni brucianti e bruschi rallentamenti si alternano in una giostra di brutali emozioni.

Impercettibili “abbellimenti” che, con il passare del tempo e l’accumularsi di esperienze, i Kreator avrebbero ulteriormente affinato, allontanandosi sensibilmente dal sound efferato degli esordi. Non che si siano rammolliti, comunque: anche il loro ultimo album, “Gods Of Violence” del 2017, raccoglie al suo interno una serie di micidiali mine thrash. Noi comunque oggi vogliamo ricordarceli così, come non fosse trascorso un singolo giorno dall’aprile del 1986: giovani, pimpanti e con tanta voglia di uccidere.

Data di pubblicazione:  aprile 1986
Tracce: 9
Lunghezza: 38:42
Etichetta: Noise Records
Produttori: Harris Johns, Ralf Hubert

Tracklist:
1. Choir Of The Damned
2. Ripping Corpse
3. Death Is Your Saviour
4. Pleasure To Kill
5. Riot Of Violence
6. The Pestilence
7. Carrion
8. Command Of The Blade
9. Under The Guillotine