Negli ultimi anni Ryley Walker, oltre ai suoi impegni legati al mondo della musica, ha dovuto superare i suoi problemi mentali, decidendo di fermarsi per un periodo dalla sua attività e ha inoltre festeggiato da poco due anni libero dalle droghe: due passi in avanti molto importanti che il musicista dell’Illinois è riuscito a superare.
Nel frattempo Walker ha pubblicato un album di cover della Dave Matthews Band e altri due LP collaborativi ““ con Charles Rumback e con i giapponesi Kikagaku Moyo, ma ora è arrivato l’atteso momento del suo quinto album, realizzato dalla Husky Pants Records, la nuova label di sua proprietà : prodotto e mixato da un altro figlio di Chicago, John McEntire dei Tortoise, il disco è stato masterizzato dalle sapienti ed esperte mani di Greg Calbi (Lou Reed, Bob Dylan, Bruce Springsteen, John Lennon, Ramones, David Bowie).
Un viaggio di quarantadue minuti per appena sette canzoni che si apre con “Striking Down Your Big Premiere”: anche se quelle chitarre iniziali ci ricordano un qualche disco dei Van Halen degli anni ’80, poi Walker inizia a sperimentare verso un mondo prog-rock dove la sei corde e il piano convivono perfettamente, accompagnando i sempre malinconici e poetici vocals del musicista statunitense, che mai dimentica melodie ed eleganza.
Difficile poi definire “A Lenticular Slap”, il brano più lungo di questo disco con i suoi quasi otto minuti: la strumentazione cambia spesso il suo umore così come succede per i ritmi delle percussioni e delle tastiere. Non c’è uno schema predefinito, anzi Ryley è libero di volare con raffinatezza su territori jazz, lasciando come sempre alla sua voce la possibilità di riflettere con gentilezza.
“Clad With Bunk”, invece, rimane per lungo tempo elegante e speranzosa proprio come gli gentili vocals di Walker ed è graziata da una strumentazione leggera, ma ““ dopo tre minuti e mezzo ““ cambia improvvisamente il suo spirito con chitarre rumorose dal sapore blues e percussioni intense che alzano il ritmo.
Un altro esempio della ecletticità del musicista dell’Illinois è senza dubbio “Pond Scum Ocean” che parte con sonorità elettroniche, una interessante linea di basso e percussioni potenti e poco più avanti trova invece influenze folk dai toni cupi.
Un lavoro da ascoltare più volte con attenzione per gustare ogni suo dettaglio, questo “Course In Fable” ci mostra ancora una volta un artista di grande classe che è capace di costruire i suoi dischi in maniera intelligente e di reinventarsi ogni volta. Chissà quali confini andrà a superare Ryley Walker per il suo sesto LP.
Photo Credit: Emma Smith