è incredibilmente passata sottotraccia la pubblicazione di “Kà·93”, un EP di tre brani inediti frutto di una vecchissima collaborazione tra due membri storici dei Killing Joke (il cantante/tastierista Jaz Coleman e il chitarrista Geordie Walker) e Peter Hook, bassista prima nei Joy Division e poi nei New Order. Le canzoni qui incluse, registrate nel lontano 1993 in occasione di un paio di sessioni svoltesi tra Colonia e Manchester, hanno trascorso quasi tre decenni letteralmente a fare la muffa in soffitta. Nessuna delle persone coinvolte nel progetto riusciva a ricordarsi dove erano stati conservati i nastri, ritrovati solo recentemente da Coleman.
All’appello, tra l’altro, mancherebbero altre cinque tracce, la cui sorte resta ancora ignota. Quelle che sono riuscite a vedere la luce del giorno di certo non riscriveranno la storia del post-punk ma, se siete amanti del genere in questione, non potrete fare a meno di considerarle dei piccoli tesori.
“Kà·93” è a tutti gli effetti un reperto archeologico da custodire con cura. Si tratta essenzialmente della testimonianza di quanto sarebbe potuto accadere se nella prima metà degli anni ’90 Hook avesse accettato la proposta di unirsi ai Killing Joke, andando così a sostituire uno Youth rientrato da pochissimo in organico ma non particolarmente presente (era già molto impegnato sul fronte delle produzioni di alto livello).
A giudicare dalle atmosfere dell’EP, se il matrimonio fosse andato a buon fine nel 1994 non avremmo potuto godere del pesantissimo industrial metal di “Pandemonium” (grande album, stra-consigliato). La band avrebbe sicuramente imboccato una strada molto diversa, privilegiando sonorità soffuse ed evocative in bilico tra sapori etnici (“Giving Up the Ghost”) e suggestive reminiscenze neofolk (“Remembrance Day”).
Dall’unione tra le linee di basso ultra-melodiche di Peter Hook e le fitte trame sintetiche disegnate dalle tastiere di Jaz Coleman prendono forma brani che, in base agli interventi acustici o elettrici della riconoscibilissima chitarra di Geordie Walker, possono trasmettere inquietudine o serenità . Il più delle volte comunque è difficile distinguere il confine tra i due stati d’animo: un ottimo esempio a tal proposito è “Scrying”, la cui essenza pop sembra scivolare continuamente tra le ombre di strofe dai toni oscuri e le luci di ritornelli decisamente orecchiabili, nonostante la voce cavernosa di Coleman.
La sua prestazione dietro il microfono è notevole e ricca di pathos lungo tutti i tredici minuti dell’EP. Scegliendo il più delle volte uno stile di canto pulito e solenne, il frontman dei Killing Joke sembra quasi voler competere con il suono liquido e deliziosamente invadente di Hook. I due spesso si sfiorano seguendo le stesse “piste” melodiche (ascoltare la strofa della già citata “Giving Up The Ghost” per credere), ma non entrano mai in rotta di collisione. è l’armonia l’ingrediente segreto di questo convincente “Kà·93”: una piccola curiosità da non lasciarsi sfuggire.
Credit Foto Peter Hook: Fatherubu, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Credit Foto Jaz Coleman: Martin SoulStealer from London, England, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
Credit Foto Geordie Walker: Mont Sherar, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons