“Yatch Soul” è il nuovo EP di Old Fashioned Lover Boy, uscito il 15 aprile per peermusic Italy. Old Fashioned Lover Boy è un’anima internazionale, come la musica che ha portato in giro per il mondo, fra Giappone, Polonia, Svizzera e Inghilterra. La sua versatilità artistica è stata di recente premiata da Italia Music Export ““ SIAE, che ha deciso di supportarlo insieme ad altri artisti italiani all’estero.
Il sound in cui ci si immerge risveglia atmosfere di chill assoluto unite a una contemporanea energia potente, spaziando fra synth e RnB. Dal mood James Blake agli 80’s, 90’s, da “Wait” a “I give up”, ultima traccia dell’EP, si trascina la voglia di sfociare in qualcosa di più grande, che sia artistico o metaforico.
Ero curiosa di indagare sul suo nuovo progetto dopo un ripassino di “Our Life Will Be Made Of Simple Things” del 2016 e “Bright” (2019) e gli ho proposto due chiacchiere, ahimè, telefoniche.
Alessandro, come sei diventato Old Fashioned Lover Boy?
La musica è sempre stata parte integrante della mia vita. Old Fashioned Lover Boy è stato semplicemente il modo più giusto di unire sotto un unico nome la produzione musicale che ho iniziato a realizzare quando ho iniziato a dedicarmi ad un progetto “solista” che poi, nel tempo, è diventato molto di più.
Non posso fare a meno di chiederti, come mai questo nome così fascinoso e “complesso”? Ti identifichi nel protagonista della canzone dei Queen “Good Old Fashioned Lover Boy”? In quel caso hai omesso un aggettivo.
In realtà , ammetto l’ignoranza, quando a suo tempo avevo pensato a questo nome non conoscevo il brano dei Queen di cui non sono un fan sfegatato ed ho commesso il grave errore di non fare ricerche incrociate su Google. L’idea era avere un nome che mi raccontasse ma che si potesse facilmente citare in un acronimo ( OFLB ).
L’internazionalità dei tuoi progetti musicali è evidente. Hai aperto i concerti di Paolo Nutini, che al contrario tuo canta in inglese ma ha un nome italianissimo, sei stato selezionato fra i venti artisti più meritevoli per il premio SIAE e Italia Music Export. Che rapporto hai con la musica degli altri paesi e perchè hai scelto di dedicarti alla musica in inglese? Hai mai pensato di cantare in italiano?
Ho iniziato a suonare la chitarra ascoltando gli Oasis, i Radiohead, i Beatles, poca musica italiana. Per questo ““ quando ho provato a scrivere cose mie ““ è stato del tutto naturale scrivere in inglese. Con la mia prima band, in realtà , mi sono cimentato anche con l’italiano, ma quando è nato OFLB ero sicuro che avrei scritto in inglese. Per il mio modo di scrivere, cantare, per il mood che voglio arrivi fuori, non credo potrei riuscirci se non in inglese.
Se dovessi paragonare ogni brano di questo EP a una parola, un concetto, quale metteresti a ognuno?
Domanda difficile, va bene se ti do tre parole che sintetizzano ““ a mio parere ““ questo ep ? Nostalgia, Equilibrio, Melodia
Ti definiresti una “yatch soul”?
“Yatch soul” nasce per rendere un tributo al movimento/genere più incredibile della storia della musica, lo “Yacht Rock” a cavallo tra i 70’s e gli 80’s. Qualità incredibile al servizio della melodia. Ci ho tolto rock perchè proprio non era il caso abusare di quella parola e ci ho messo dentro qualcosa di più attitente con il mio mondo attuale.
La copertina di “Bright”, il tuo EP del 2019, e, in parte, anche quella di “Yatch Soul” ricordano molto quella di “Lost In Singapore” dei Tropea, tuoi colleghi di etichetta. Li ascolti?
Li ascolto ed un paio di volte abbiamo anche condiviso il palco, ma non li conosco personalmente. Li apprezzo perchè fanno della libertà espressiva un caposaldo della loro produzione musicale.
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“Oh My Love“, brano che anticipava nel 2016 l’uscita di “Our Life Will Be Made of Simple Things” era visivamente ispirato all’arte di Lèger. è sempre facile esprimere visivamente quello che si riesci ad esprimere musicalmente, che sia nella scelta della grafica per un disco o nella scenografia di un live?
Ho sempre preferito affidarmi ad artisti di questo campo e ricevere dei feedback legati alle sensazioni / impressioni che ricevevano ascoltando la mia musica. L’immagine visiva di OFLB non è mai solo parte del mio
immaginario ma è sempre una commistione molto spinta con l’artista che ci lavora. Negli ultimi anni la collaborazione con Nicholas e Corinne ( AFRAID STUDIO ) ha portato risultati incredibili di cui sono molto
orgoglioso.
Cosa vuol dire per te essere RnB?
Semplicemente essere me stesso, fare la musica che voglio, liberamente e spontaneamente, godendone in prima persona. Le etichette di genere, sono sincero, me le sono sentite sempre strette.
Napoli, tua città d’origine, è il primo posto in cui vorresti suonare quando, finalmente, si potrà ?
In realtà mi piacerebbe tornare a suonare in UK prima possibile, magari in elettrico. E’ stata un esperienza super e sarei super felice di tornare. Ciao, è stato un vero piacere!