L’aura da eminenza grigia del kiwi pop che ha circondato Martin Phillipps, leader e padre padrone dei The Chills, dopo l’uscita del documentario “The Chills: The Triumph and Tragedy of Martin Phillipps” nel 2019 avrebbe potuto dare alla testa persino a lui. Martin il The Chills #1, gran scrittore di canzoni e direttore musicale autodistruttivo e integerrimo, passato attraverso una serie infinita di line up con un’idea fissa in testa: non sacrificare la qualità  per il gioco di squadra.

“Scatterbrain” è il terzo album del nuovo millennio e pare proprio che Phillipps abbia ormai trovato un gruppo di musicisti fidati a cui potersi appoggiare, cosa che sembrava impensabile fino a qualche anno fa. Todd Knudson, Erica Scally, Oli Wilson e Callum Hampton hanno resistito agli alti e bassi del loro frontman e possono considerarsi Chills fatti e finiti, che ripartono dalle basi dei Dunedin Sound degli anni ottanta donandogli un tocco più moderno.

Le fondamenta sono le stesse: la voce e la chitarra di un Martin P. appena un filo più saggio, sempre in grado di comporre melodie invidiabili in mood elettrico (il singolo “Monolith” trascinante e sbarazzino) o acustico (la riflessiva “Hourglass”, “Caught In My Eye”). Ritmi spesso impreziositi dalle tastiere, dal violino, da armonie studiate al millimetro senza essere mai troppo prevedibili con almeno due belle cavalcate rock (la title track e “Walls Beyond Abandon”).

Il Dunedin Sound è il sound dell’onestà ” dichiarava Phillipps convinto nel 1982 e onesto non ha mai smesso di esserlo, neppure quando è stato obbligato a fare i conti col tempo che passa e a guardare in faccia la propria mortalità , temi che torna ad affrontare in “Destiny” e “You’re Immortal”. “Scatterbrain” rischia di essere il disco della definitiva maturità , trentadue minuti in bilico tra presente e passato, con momenti intensi (“Little Alien”, “Safe And Sound”) e lo strano contagioso ottimismo di “Worlds Within Worlds”.

Alcuni alfieri del periodo d’oro del pop rock neozelandese continuano a regalare piccole perle di saggezza come gli inossidabili The Bats, altri si sono persi da tempo per strada come i The Clean vittime dei dissidi musical ““ personali di Hamish e David Kilgour. Martin Phillipps è lo scavezzacollo della compagnia e in questo 2021 potrebbe aver trovato persino la pace senza perdere il suo ironico sarcasmo.