Attiviamo il radar e scandagliamo in profondità un universo musicale sommerso. Vi racconteremo una band o un artista “‘nascosto’ che secondo noi merita il vostro ascolto. Noi mettiamo gli strumenti, voi orecchie e voglia di scoperta, che l’esplorazione abbia inizio (e mai una fine)”…
Di recente i Caveleon – progetto composto dal compositore polistrumentista e cantautore Leo Einaudi, la cantautrice Giulia Vallisari, il compositore Federico Cerati e il batterista Agostino Ghetti – hanno dimostrato di essere in splendida forma, iniziando un nuovo racconto grazie ai singoli “River” ed “Earthquake”, a distanza di due anni dall’EP d’esordio “Caveleon”.
Per questo EP, noi di IFB scrivevamo così: “Dolcezza e sensibilità sembrano davvero essere le parole principali per il progetto che si muove su un terreno ricco di fascino, in cui muoversi piano e in punta di piedi diventa sinonimo di rispetto, pazienza e attenzione ai mille particolari (così come l’attenzione ai silenzi, che non sono necessariamente da riempire sempre e comunque) da osservare strada facendo.
Folk di matrice acustica (gli Alt-J sono sicuramente fra gli ascolti dei ragazzi), che non scuote per folate di vento eccessive, ma che scava piccoli solchi dentro di noi con quelle carezze che hanno reso magica la musica degli Hem, tanto per fare un nome a noi caro. Ecco magari rispetto a quella formazione qui non ci sono certi arrangiamenti importanti (o l’uso importante del piano), ma si cerca la via più spartana, con una punta di elettronica, al massimo a dare un ritmo. Le melodie non sono affatto così leggere e impalpabili come qualcuno potrebbe pensare, ma anzi, hanno un peso specifico di tutto rispetto“.
Il loro viaggio musicale, iniziato in modo così bello, continua con i due brani citati, sorprendenti per trame compositive e abilità melodiche espresse, che riescono a emozionare e rivelano un’attitudine internazionale rara per il panorama italiano, oltre ad un’altissima preparazione musicale e un’interpretazione da fuoriclasse. “River” ha una battuta morbida e delicatissima, come se il suono provenisse da una serie di gocce che cadono, salvo poi prendere magnificamente vigore nel finale, mentre “Eartquake” ha un peso specifico più corposo e oscuro, se vogliamo, con un lavoro vocale ottimale.
A suggellare questa parte di percorso, è uscito lo scorso 30 aprile “Sometimes”, il primo capitolo della trilogia che andrà a comporre il nuovo album dei milanesi.
Ogni parte affronterà ed esplorerà un tema diverso, che troverà il suo reale significato solamente nel momento in cui verrà accompagnato dalle altre. Lo stesso vale per il titolo, che andrà componendosi lentamente dopo ogni uscita, fino a essere svelato.
“Sometimes” è il risultato di un’immersione intima nella loro natura; un luogo sicuro, ma anche provvisorio, che, cambiando, si trasforma e si riflette in tutto ciò che li circonda.
Ora arriva la nuova fatica, un nuovo singolo che si muove morbido e melodico, ma con un retrogusto incerto, che non spaventa, anzi, affascina.
“Feels like”, il nuovo singolo, racconta, come ci dicono le note stampa, di quei momenti in cui ci si sente come se si ci si guardasse da fuori, senza certezze o forse senza bisogno di certezze, perchè è nella precarietà , nella mancanza di riferimenti sicuri che si delineano gli slanci che spingono in avanti le nostre vite. Questa imprevedibilità descritta nel testo si ritrova anche negli arrangiamenti che guidano l’ascoltatore in una strada piena di sorprese.
Con il loro sound inedito e suggestivo, in bilico fra atmosfere folk, indie e rock immerse all’interno di sonorità elettroniche che conducono l’ascoltatore in un mondo difficile da definire, ma sorprendente nella sua semplicità e raffinatezza, e le voci apparentemente in contrasto di Leo e Giulia (profonda e ruvida la prima, angelica ed eterea la seconda), i Caveleon meritano grande attenzione.
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