Sette tracce dense anticipate da una manciata di singoli, a confermare le belle sensazioni destate da Crepaldi su pubblico e critica: “Mudik, cuore di cane” è il titolo del disco d’esordio dell’artista, che per l’occasione si concede – nel titolo dell’opera – una deliziosa citazione alla letteratura russa.
Il linguaggio è quello del pop, sì, ma senza essere appesantito da eccessi emulativi grazie ad un timbro che diventa marchio indelebile; la voce di Crepaldi è una lucciola che si muove nel buio pesto di un disco che è una giungla di emozioni e sensazioni diverse, facendo da guida all’ascoltatore attraverso una proposta musicale coerente nella sua eterogeneità .
La produzione del disco ricorda l’It Pop di stampo mainstream senza per questo perdere in ispirazione: su tutti i brani, “Milano 08/03” si concede un lirismo che ricorda la grande scuola d’autore, mentre in “Bene” l’elettronica si fonde alla presenza (costante) di una dimensione acustica che restituisce al tutto l’amalgama sincera di una prima volta certamente pensata, e ben calibrata.
Ottima scrittura, buona autorialità e mezzi vocali niente male. Buonissimo esordio per nome di cui sentiremo parlare ancora.
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