Se l’anno scorso avete apprezzato “NO DREAM”, non fatevi scappare per nessun motivo al mondo il suo rifacimento in chiave ska punk. Jeff Rosenstock torna all’antica passione per le chitarre in levare con un album che, seppur nato come un piccolo scherzo tra amici, saprà far più che felici tutti i suoi estimatori. Oggi mi sento in vena di esagerazioni, quindi lo dirò chiaro e tondo: “SKA DREAM” è un album superiore al modello originale. E già in partenza i livelli erano abbastanza alti, anche se un pelo inferiori rispetto al pluri-incensato “POST-“ del 2018.
Per quanto riguarda lo stile, il distacco dal disco gemello datato 2020 c’è ed è palese: ogni singolo brano dell’opera, totalmente riarrangiato e riregistrato, presenta un titolo modificato o storpiato in modo tale da sottolineare con forza l’appartenenza all’universo ska. Un microcosmo offbeat in cui a dominare sono ritmi scoppiettanti, suoni freschi e atmosfere estive, con le leggere ombre malinconiche di “Checkerboard Ashtray”, “p i c k i t u p” e “The Rudie Of Breathing” a infondere un tenue ma percepibile retrogusto amarognolo che non infastidisce proprio per nulla.
Per il Jeff Rosenstock di “SKA DREAM”, tuttavia, l’imperativo è solo uno: divertirsi e far divertire i suoi ascoltatori, senza lesinare sorprese lungo il percorso. E allora ecco arrivare il basso saltellante di “Airwlks (Alt)”, le sfumature dub di “Horn Line”, gli intermezzi hip hop della deliziosa “SKrAm!” e quelli hardcore della brevissima “NO TIME TO SKANK”, di “S K A D R E A M” e di una “Old SKrAp” che, nei minuti iniziali così come nei finali, riesce a travolgerci con la potenza di un treno in piena corsa.
All’appello non mancano l’energia e la vivacità che solo una sezione fiati di prim’ordine (al sassofono c’è lo stesso Rosenstock) può garantire, oltre naturalmente a fiumi di cori e controcanti gentilmente offerti da ospiti più o meno noti (mi limito a citare Chris Farren, Augusta Koch, Elise Okusami e i PUP al gran completo). La qualità nel complesso è tale da far sperare in un futuro radioso non solo per il già lanciatissimo songwriter di Long Island, ma anche per l’intero carrozzone ska punk: dopo anni di stagnazione, questo disco potrebbe dare una bella scossa a un genere da tempo fuori dai radar e troppo spesso vituperato.
Giustamente? Ingiustamente? Ognuno è libero di pensare ciò che vuole. Impossibile però non esaltarsi con un pezzo stratosferico come “Ohio Porkpie”: sei minuti di pura, incontenibile gioia che sprizzano ottimismo e voglia di vivere da tutti i pori. Sarà un piacere godersi le canzoni di “SKA DREAM” quando sarà finalmente possibile tornare a vedersi un concerto in piena regola!