Parliamo di una delle esperienze più mistiche quando si parla di concerti: il pogo. Quel brivido che si prova quando si sente una canzone particolarmente ritmata, lo sguardo complice scambiato con chi si ha vicino ““ perchè dopotutto, anche se si è in mezzo a degli sconosciuti, tutti sanno bene a cosa ci si deve preparare in un concerto. E partono i salti, le spallate, quello sfogo collettivo che solo chi poga può capire.
è decisamente una tortura non riuscirlo a fare in questi tempi, specie in uno spettacolo come quello dei Little Pieces of Marmelade. La musica della band marchigiana è infatti adrenalina pura, racchiude in sè tutta l’energia e quel sano menefreghismo di cui la nostra generazione si fa portavoce. Nonostante l’impossibilità di pogare, però, nel loro tour (appena iniziato, tra l’altro) stanno letteralmente stregando chiunque li vada a vedere ““ e come dar loro torto? Il loro porn rock porta a questo e molto altro ancora.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare il duo, parlando dell’immenso amore per i Verdena e dell’aria di libertà che si respira durante i tour ““ chissà , magari torneremo presto a pogare? Se lo faremo, sarà sicuramente ascoltando “L.P.O.M.”
Ciao ragazzi! Innanzitutto, come sta andando il tour? è stato come vi aspettavate sarebbe stato?
Frankie: Appena iniziato con un sold-out, non poteva andare meglio! Ora stanno aprendo tutte le altre date… Speriamo in altri sold-out!
Cosa avete pensato (e provato) quando, una volta saliti sul palco, avete visto che i vostri fan erano lì ad aspettarvi e ad ascoltarvi dal vivo, piuttosto che tramite uno schermo?
DD: Già il fatto che comunque siano venuti comprando un biglietto, che si siano spostati, è stata una bella emozione mai provata, non così forte. E poi, vuoi mettere l’emozione di un palco dopo mesi di stop?
Cosa rende un live dei LPOM unico nel suo genere?
Frankie: Sicuramente il volume. Poi l’imprevedibilità della scaletta, a volte ci capita letteralmente di improvvisare. L’estemporaneità del live è una nostra caratteristica, diciamo così…
Parliamo un po’ della setlist della data di Macerata: c’è chi la definisce praticamente perfetta, voi che ne pensate? Cosa dobbiamo aspettarci invece dalle prossime date?
DD: A Macerata abbiamo portato una setlist più pensata anche perchè era la prima data, dovevamo essere sicuri di “reggere” sul palco… Sai, dopo mesi di assenza. Magari alle prossime date partiremo subito a bomba, chi lo sa…
Tra i vostri concerti del cuore ci sono anche i Verdena. Quale sarebbe la tracklist ideale di un loro concerto, secondo voi?
Frankie + DD: Molti brani di “Requiem“, forse proprio tutto “Requiem”.
Una cosa in cui vorreste migliorare?
Frankie + DD: Nella tecnica, sempre. Non ci accontentiamo mai, davvero. E poi, magari sembra che non c’entri nulla (ma non è così), sarebbe utile che migliorassimo un po’ nell’organizzazione.
Qual è invece la sfida più grande che avete dovuto affrontare nella vostra carriera?
Frankie + DD: Mettere un utero sulla copertina di un album Sony (nota: “L.P.O.M.”, album uscito sotto XF).
Tempo fa avete affermato che per voi sarebbe una vittoria personale riuscire a dimostrare che il vostro non è un tipo di musica in cui “si urla e basta”: pensate di esserci riusciti?
DD: Abbiamo superato tutte le puntate di X Factor, tutte le esibizioni non sono mai state un “urlo e basta”. Certo, la nostra è una musica che si basa sui volumi, sull’impatto. Ma abbiamo raggiunto la Finale anche in virtù di quella roba lì. Forse ce n’era bisogno.
Cinque artisti che consigliate per capire meglio la vostra musica?
Frankie + DD: Renato Carosone per il repertorio. Loredana Bertè per la presenza scenica. Giusy Ferreri perchè come noi è arrivata seconda X Factor. Anthony Laszlo perchè sono un duo come noi. Hell Raton perchè ci ha introdotti nel rapporto tra produzione musicale e videogiochi mentre noi siamo fermi ancora a GTA San Andreas…
Parliamo infine di “L.P.O.M.”: descrivete l’atmosfera ideale in cui ascoltare questo disco.
Frankie + DD: In macchina, in fuga dalla polizia.
foto credits © Francesco Torresi