Ci siamo.
Il duo dell’Ohio che ha segnato la storia dell’indie pop degli anni ’10 è tornato con il terzo album per l’etichetta Fueled By Ramen, dal titolo “Scaled and Icy”.
Due matrimoni e una figlia dopo, Josh Dunn e Tyler Joseph sono cambiati, maturati e inevitabilmente cresciuti.
Evolvere è umano e da “Blurryface”, l’album del 2015 che ha portato alla ribalta i Twenty One Pilots grazie ai singoli ormai iconici “Ride” e “Stressed Out”, sono passati ben 6 anni.
In quel disco, dai toni oscuri e dai testi prettamente hip-hop, i due hanno davano voce (e volto, appunto Blurryface), ai demoni interiori che attanagliano l’esistenza di Tyler, riuscendo a creare una connessione importante con i fan e sdoganando in qualche modo i discorsi relativi ad ansia sociale e inadeguatezza prettamente maschile in brani pop.
Con “Trench”, arrivato nel 2018, le cose si sono addirittura complicate. Dopo il successo globale di “Blurryface”, Tyler e Josh tornano con un album se possibile ancora più oscuro e ancora più “schizofrenico” come è stato definito dai fan e dagli artisti stessi. Le contaminazioni rock, rap, pop, elettronica e R&B si fondevano sul solco di una sorta di concept di fondo a fare da fil rouge al disco.
In particolare, dopo una serie di indizi promozionali davvero interessanti tra cui un sito internet criptato, delle lettere scritte a mano davvero particolari, mappe di cimiteri e strani Vescovi, Trench mette su un intero universo di cui il duo sembra essere parte attiva assieme a un ribelle di nome Clancy. I video musicali delle tracce sono piuttosto controversi ma allo stesso tempo esplicativi, e numerosissimi fan si sono improvvisati Sherlock Holmes del nuovo millennio per mettere assieme i puntini e ricostruire la linea temporale della storia raccontata nell’acclamato album del 2018.
Ma perchè mi sto dilungando così tanto in questa (assolutamente non richiesta) introduzione?
Beh, perchè è fondamentale contestualizzare “Scaled And Icy” per poterlo cogliere appieno.
Leggendo qua e là , mi sono subito resa conto che il disco non è stato accolto nel migliore dei modi. Questo perchè, semplicemente, non sembra essere un disco dei Twenty One Pilots.
E la cosa è così evidente, già a partire dalle tinte sgargianti della copertina, dal titolo così strano, dalla promozione dei singoli, dai video musicali finora pubblicati, dai suoni allegri e caramellosi, che non si può pensare che non sia voluto.
La rabbia, l’energia e l’oscurità che hanno caratterizzato la scrittura e l’immaginario del duo americano sembrano essere scomparse in favore di una forma canzone decisamente più tradizionale, lasciando il posto ad un’aura di positività e allegria che proprio stona con il nome stesso della band.
Dall’apertura con “Good Day”, una canzoncina allegra che ci ricorda un po’ “Mr. Blue Sky” dell’Electric Light Orchestra, passando per “Saturday” (in cui l’allegria è palpabilmente forzata), “Formidable” (brano anche abbastanza sciapito dedicato alla moglie di Tyler), e l’ukulele di “Bounce Man”, il disco sembra avanzare a passi incerti, come se il duo stesse seguendo delle direttive non proprie.
Le cose sembrano cambiare un minimo con “The Outside”, “No Chances” e “Redecorate”, in cui beat e testi si fanno più profondi e il cantante torna a farsi riconoscere per la sua capacità di concentrare in una manciata di barre concetti elaborati.
Il punto è che il disco è troppo rassicurante, troppo preso bene per quelli che sono gli standard del gruppo, e gli ascoltatori si sono sentiti un po’ traditi.
“Scaled And Icy” però, è l’anagramma di “Clancy Is Dead”, e come molti hanno fatto notare (l’internet è pieno di teorie sull’universo dei Twenty One Pilots e sui legami tra l’universo di “Trench” e quello di “SAI”), ciò potrebbe avere due significati.
O che Tyler si sia scrollato di dosso quella sensazione di ansia e disagio che lo hanno braccato negli scorsi anni e che sia approdato alla serenità esprimendo questo traguardo nella nuova musica; oppure che il duo si ostaggio del DEMA, ovvero l’organizzazione che fa la parte del nemico nell’universo di “Trench”, e che sia proprio il DEMA a obbligare Tyler e Josh a confezionare un album di propaganda anti ribellione.
Fantasie a parte, comunque estremamente interessanti e ben costruite a parere di chi scrive, e che potete recuperare anche in italiano facendo una semplice ricerca su YouTube o su Reddit, sembra proprio che i Twenty One Pilots abbiano colto questa occasione per sperimentare un po’ con i generi e cimentarsi in elementi musicali che sono fuori dalla loro comfort zone.
Mi hanno convinta? Abbastanza.
Penso che il disco sia godibilissimo, basta considerarlo per ciò che è e non fissarsi sul discorso (sinceramente noioso) del “eh ma hanno tradito la loro identità “.
Si vocifera inoltre, e su questo chiudo, che i due abbiano pronto un altro disco che, chissà , verrà rilasciato prima di quanto pensiamo e servirà da chiarimento a ciò che è avvenuto finora.
Trovo davvero figo e intrigante che un gruppo riesca ad avere una visione d’insieme così originale e creativa e che si lanci coraggiosamente nell’industria fregandosene delle aspettative e portando avanti ciò in cui crede. Bello, bravi.
Credit Foto: Mason Castillo