“Planet(i)” segna il ritorno di Squirrel Flower dopo il suo convincente debutto sulla lunga distanza, “I Was Born Swimming”, uscito nel gennaio dello scorso anno.
La musicista di Boston lo ha registrato nell’autunno 2020 a Bristol insieme al noto produttore Ali Chant (PJ Harvey, Perfume Genius, Soccer Mommy) ed è stata aiutata dal batterista locale Matt Brown e da Adrian Utley dei Portishead.
Scritto per la maggior parte prima dell’inizio della pandemia, “Planet(i)” – che è il nome del pianeta da lei inventato dove la gente si stabilirà (e che distruggerà ) dopo aver abbandonato la Terra – parla comunque di problemi della natura come tornado, inondazioni, tempeste e viene definito come “una lettera ai disastri in ogni forma immaginabile”.
“Hurt A Fly” ci mostra il volto più indie-rock di Ella William: pur riflessivo, emozionante e malinconico nei toni, il brano dai sapori lo-fi è caratterizzato da intense e potenti chitarre distorte.
La successiva “Deluge In The South”, invece, abbassa il ritmo e preferisce descrivere paesaggi devastanti attraverso la voce delicata della musicista del Massachusetts, gentile e quasi sussurrata, seppur malinconica.
“Iowa 146” poi è un lamento nostalgico in cui è possibile godere di una grandissima intimità , mentre il recente singolo “Flames And Flat Tires” torna verso tonalità rock più potenti.
“Desert Wildflowers” infine descrive disastri naturali con una tonalità minimale folk, dando alla voce della Williams lo spazio per fare uscire i suoi pur malinconici sentimenti.
Un album doloroso in cui Squirrel Flower affronta le sue paure con coraggio e trova momenti di riflessione, mentre allo stesso tempo ““ pur abbracciando ancora le influenze indie-rock del suo debutto – torna verso delle sonorità folk delle suo origini, offrendo a chi ascolta visioni più personali, riflessive e gentili.
Photo Credit: Tonje Thilesen