I Tape Waves sono un duo del South Carolina, formato dalla coppia Kim Hart e Jarod Weldin (insieme anche nella vita e non solo sotto l’aspetto musicale). Il loro dream pop malinconico è, ormai da ben 4 album, perfetta colonna sonora di sogni ad occhi aperti, imbevuti di dolcezza e lievi riverberi. Musica per prendersi davvero cura di sè stessi. La magia si ripete, anche questa volta con il nuovo album “Bright“. L’intesa musicale tra Kim e Jarod non accenna a dare segni di stanchezza, anzi, forse mai come in questo caso si dimostra intensa e ricca di suggestioni. Dolci e nostalgici come li abbiamo spesso conosciuti, eterei e sognanti, capaci di scivolare tra le morbide pieghe dream-pop di una soleggiata e accogliente giornata estiva, ma anche incalzanti, accattivanti e rumorosi come non li abbiamo mai sentiti: i Tape Waves sanno costruire ottime pop-song capaci di creare, sempre, la giusta empatia con l’ascoltatore.
La chiacchierata con la coppia era doverosa.
(L’intervista, nella sua versione originale, è contenuta sul numero 491/492 di luglio/agosto di Rockerilla)
La prima domanda è quasi ovvia: come state vivendo questa pandemia? è cambiato il vostro modo di fare musica?
Kim: La pandemia ci ha sicuramente dato più tempo a casa per lavorare sulla nostra musica. Siamo grati di aver avuto l’opportunità di continuare a lavorare a tempo pieno, ma nello stesso tempo di lavorare all’album a casa. è stato bello avere un obiettivo su cui concentrarsi invece di lasciarsi sopraffare dalla paura della pandemia.
Queste nuove canzoni sono nate durante i 3 anni trascorsi dal precedente album o sono invece materiale più recente?
Jarod: Tutte le canzoni sono state scritte nel 2019. Abbiamo registrato l’album durante tutto il 2020.
Sai che la copertina del nuovo disco mi ha ricordato la Sarah Records? Ho sempre pensato che sareste stati ottimali per quell’etichetta…
Jarod: Hai ragione e capisco quello che dici. Abbiamo avuto molte persone che hanno nominato la Sarah Records quando si parlava della nostra musica. è sempre molto bello sentirlo. Quell’etichetta ha fatto uscire un sacco di grandi dischi.
C’è qualcosa dei primi tre album che volevate “ricreare” qui nel nuovo disco e, nello stesso tempo, qualcosa che volevate fare diversamente?
Jarod: Non credo che abbiamo pensato a qualcosa di specifico che volevamo ricreare dai primi tre album. Su questo disco volevamo rendere alcune chitarre più rumorose, ma sapevamo che non ci sarebbe stato un drastico allontanamento dal suono degli album precedenti. Possiamo però dirti che questo è anche il primo lavoro che non abbiamo mixato in prima persona. Volevamo provare qualcosa di nuovo e vedere come sarebbe stato avere qualcun altro che mettesse il suo tocco sulle canzoni, così abbiamo mandato le tracce a Kevin McMahon della Marcata Recording per mixare e masterizzare il disco. Kevin è stato fantastico, lavorare con lui ha fatto sì che l’album suonasse molto meglio.
I vostri fan vi conoscono e vi apprezzano per la dolcezza del vostro sound, ma questo album si apre con una delle vostre canzoni più “aggressive” o sbaglio? Amo “Tired” e mi piace molto questo mood “post-punk che incontra lo shoegaze“. è un buon segno iniziare un album con questa canzone, cosa ne pensate?
Kim: Sono d’accordo con te. Jarod ha creato la musica di questa canzone ed è stata una delle nostre canzoni più veloci. Quando mi ha portato l’idea ho avuto molta difficoltà nel trovare la melodia perchè sentivo che la canzone aveva un’energia diversa rispetto al solito e non ero abituata a lavorare su un pezzo così. Una volta che ho trovato la melodia vocale e abbiamo lavorato di più sulla scrittura del resto della canzone, beh, subito per entrambi è stato chiaro che sarebbe stata l’opener dell’album.
Mi piace molto trovare in voi quell’atmosfera folk/dream-pop che mi ha fatto innamorare della vostra musica. “Muddy”, per esempio, è magnifica. Una delle ve canzoni più belle di sempre. Come è nata?
Jarod: Quella canzone è iniziata come un loop che ho fatto dell’intro. All’inizio era molto più confusa e avevo un’idea diversa per il ritornello che alla fine abbiamo abbandonato. Era più simile a un brano dei Guided By Voices. Una volta che la voce di Kim è stata scritta e io ho aggiunto le tracce di chitarra al ritornello, ha iniziato ad evolversi nell’atmosfera folk/dream-pop che hai menzionato. Abbiamo deciso di pulire alcuni toni di chitarra e abbiamo aggiunto le chitarre acustiche. Siamo molto contenti di come è venuta.
“Invisible Lines” è incredibile. è una canzone molto dolce, ma con un cuore molto C86, forse avrebbe potuto anche trovare spazio nel progetto Shiny Times di Kim. Cosa ne pensate?
Jarod: Penso che tu abbia ragione. Kim ha sicuramente tracciato la via maestra per questa canzone che alla fine si è strutturata abbastanza velocemente. L’abbiamo scritta mentre ci esercitavamo. Ho una registrazione sul mio telefono che abbiamo fatto quel giorno e l’impostazione della canzone è più o meno simile a come l’abbiamo registrata per l’album. è stata la prima canzone scritta per l’album e avrebbe potuto essere sicuramente una canzone degli Shiny Times.
Kim: Sai, la verità è che stavo cercando di scrivere una canzone che suonasse come i Teenage Fanclub perchè Jarod continuava a passare l’album “Here” nella sua macchina e mi piacciono molto alcune delle melodie vocali.
“Eventually” è una canzone che mi riempie il cuore di malinconia e nostalgia. Mi sembra sempre di guardare uno di quei film in bianco e nero che mia madre adorava. La vostra musica evoca spesso immagini nostalgiche. Vi considerate persone che guardano al passato con nostalgia?
Kim: Penso che gli accordi minori diano sicuramente alla canzone un’atmosfera malinconica. Nella mia testa, però, non è una canzone triste. Si tratta di fidarsi di qualcuno per riuscire a conoscere e amare meglio noi stessi, non importano i difetti. A volte entrambi romanticizziamo il passato e siamo nostalgici. Ci piace ricordare le cose “di una volta” che ci mancano, come i negozi, i cinema, il registrare e duplicare le cassette o la scoperta di nuova musica attraverso piccoli cataloghi di vendita per corrispondenza. Questo album ha un sacco di canzoni che parlano di voler ricordare e riscoprire il passato, ma in realtà siamo entrambi molto concentrati sul futuro, quindi, forse, questo album potrebbe essere il nostro addio al passato?
L’album inizia in modo forte e aggressivo, ma finisce in modo dolce e avvolgente. Una meravigliosa colonna sonora per guardare il tramonto ed essere in pace con noi stessi. Che ne dite?
Kim: Sì. Hai ragione. Proprio come sapevamo che “Tired” sarebbe stato il primo brano, così entrambi sapevamo che “Sundowning” sarebbe stata la canzone di chiusura. Volevamo che l’album iniziasse con molta energia e poi si spegnesse in modo morbido, come la fine di una giornata.
Grazie ancora per la vostra gentilezza. In chiusura vi chiedo se avete un esempio dal disco di qualcosa che è arrivato in modo inaspettato ma via ha pienamente soddisfatto.
Jarod: Per me è la canzone “Waiting For The Night”. Non pensavo che sarebbe entrata nel disco. La prima volta che l’abbiamo registrata era un po’ più lenta e aveva alcuni accordi dissonanti, non funzionava. La canzone ci piaceva abbastanza per provare a rielaborarla. L’abbiamo registrata di nuovo con un tempo più veloce e abbiamo cambiato alcuni accordi e melodie di chitarra e alla fine si è sviluppata molto meglio.
Kim: Si, anche io dico la stessa canzone. Mi sono rifiutata di lasciar morire questo brano! Abbiamo scritto questo pezzo nello stesso periodo in cui abbiamo scritto “Get Back” e stavamo cercando di scrivere una canzone rock/shoegaze come “Cherry Chapstick” degli Yo La Tengo o “Georgia” degli Yuck. Stavo anche ascoltando molto l’album solista di Julia Shapiro Perfect Version in quel periodo, così stavo cercando di usare accordi dissonanti, ma ero d’accordo con Jarod che la prima versione che abbiamo registrato non suonava bene a causa dei suoni contrastanti e del tempo più lento. Ero davvero sconvolta dall’idea che questa canzone non fosse sull’album, quindi sono davvero contenta di come l’abbiamo salvata.