Jack Antonoff, uno dei produttori più richiesti degli ultimi dieci / quindici anni (collaboratore di Lorde, Clairo, Lana Del Rey, St. Vincent giusto per fare qualche nome) nel giorno in cui tiene banco il ritorno di Billie Eilish pubblica il nuovo disco a nome Bleachers dopo “Strange Desire”, le compilation “Terrible Thrills Vol. 2” & “Vol. 3” e “Gone Now”. “Take The Sadness Out Of Saturday Night” inizialmente doveva uscire nel 2020 ma è stato rimandato causa pandemia.
Pausa forzata che ha comunque permesso di metter su una discreta operazione di marketing fatta di tweet allusivi e festeggiamenti per la collaborazione con Bruce Springsteen nella romantica “Chinatown” ballata da decine di megawatt (altro che accendini) che mette in musica la relazione di amore / odio tra i due artisti e il natio New Jersey e ricorda il Boss del periodo “Tunnel Of Love” / “Human Touch” / “Lucky Town”.
Un brano che simboleggia perfettamente i mille cambiamenti in atto nella scrittura di Antonoff. Sintetizzatori presenti ma non preponderanti, ritornelli catchy innestati su ritmi bassi, luci soffuse, chitarre acustiche (dominanti in “45”, “Strange Behavior” e in “What I’d Do With all This Faith?”) archi, backing vocals grintosi ben in evidenza già nei primi minuti di “91” scritta insieme a Zadie Smith. Jack si mette in camicia da lavoro, ma non trascura il lato divertente e scanzonato presente con forza in “How Dare You Want More”e “Big Life”: due pezzi in sei minuti che passano rapidamente dal pop allo ska con un sassofono che s’insinua e trascina.
“Secret Life” è il duetto con Lana Del Rey, gentile e delicato anche se è la voce di Jack a farla da padrone, mentre in “Stop Making This Hurt” l’ombra del Boss si fa pesantissima alleggerita da un arrangiamento smaccatamente pop. “Don’t Go Dark” è la “Dancing In The Dark” dei Bleachers o almeno tenta furbescamente di esserlo, con meno gioia e più disperazione. Sentimenti contrastanti che sono la base di “Take The Sadness Out Of Saturday Night”, il disco più personale di un Antonoff che si mette a nudo, intrattiene omaggiando i suoi maestri musicali senza generare particolari entusiasmi.
Credit foto: Carlotta Kohl