Il punk, nel periodo della mia adolescenza, non aveva avuto lo stesso impatto della new wave, gli eccessi dei Sex Pistols, che erano di gran lunga la band più conosciuta del movimento, non mi colpivano, nonostante che la cassetta registrata da un mio amico avesse occupato per lungo tempo il mio lettore.
Ero già proiettato verso sonorità che per l’epoca erano sperimentazioni, ma che poi si trasformeranno in fenomeno mainstream, il punk mi piaceva ma lasciavo che lo acquistassero altri, io ero ormai affascinato da altro, da quello che ancora oggi viene definito in maniera sommaria new wawe, ma che all’epoca era una rivoluzione più potente del punk, gli unici che seguivo e compravo erano i Clash.
I Clash rappresentavano un punk quasi in contrapposizione con i Sex Pistols, impegno sociale e politico versus provocazione e insulto, ma la classificazione dei Clash come band punk mi ha sempre lasciato insoddisfatto, per me e per i mei quattrodici anni era solo rock and roll.
La frase
Un giorno è bello, quello dopo è nero
Perciò se mi vuoi fuori dai piedi
Avanti, fammi capire
Dovrei andarmene o restare?
Questa volta come frase ho scelto quella di uno dei brani più famosi della band e il loro più grande successo “Should I Stay Or Should I Go”.
Il brano era addirittura inserito inizialmente come lato B di “Straight To Hell” ma spinto da una pubblicità sarà il singolo simbolo dei Clash.
Simbolo anche perchè è in fondo l’inno della loro fine, per quanto sembra un testo incentrato su una relazione amorosa in crisi, considerato quello che accadrà a breve, ci possiamo concedere tranquillamente una lettura decisamente diversa.
Nel 1982 esce “Combat Rock” ma la band è alla frutta, viene realizzato con il batterista Topper Headon che da il suo contributo anche al piano in alcuni brani, ma al momento dell’uscita dell’album già era stato allontanato dalla band.
I suo problemi con l’eroina e la sua costante ricerca di soldi che lo portavano ad accettare sponsorizzazioni di ogni tipo, lo avevano definitivamente allontanato da una band nella quale i conflitti e le incomprensioni erano ormai da tempo il pane quotidiano.
Viene sostituito dal meno talentuoso e riesumato Terry Chimes che comunque non resisterà molto, la band è spaccata, da un lato Jones e dall’altra parte Strummer e Simonon, intenti e visioni che non si incontravano più, per “Combat Rock” a fatica riusciranno a trovare un accordo e l’album comunque uscirà e sarà un grande successo, ma la band era già morta.
La fine
Sabato 28 maggio 1983, parco regionale Glen Helen, San Bernardino, California, i Clash finiscono di essere una band, almeno finiscono di essere la band che abbiamo conosciuto fino a quel momento,
Il concerto rappresenta lo stato di tensione e perdita di raziocinio che aveva colpito i singoli componenti, dopo essere saliti sul palco e aver iniziato con “London calling” lo abbandonano.
Motivo? Sono stati pagati meno di altre band che si esibiscono così Steve Wozniak, per chi non lo sapesse il cofondatore insieme a Steve Jobs della Apple, è costretto in fretta e furia a staccare un assegno ai Clash per farli tornare sul palco, che vista la somma tornano sul palco.
Il concerto va avanti bene nonostante le uscite personali ed eccessive di Strummer contro Ronald Reagan e gli americani in generale, ma sarà il loro epilogo, Mick Jones sarà praticamente allontanato da tutti gli altri componenti della band, i Clash erano finiti, distrutti da loro stessi, in bilico tra successo, soldi e voglia di restare quelli della casse proletaria, una contraddizione che li distrugge dall’interno e lacera quel poco di convinzione che era rimasta.
Il risultato sarà la pubblicazione nel 1985 di “Cut the Crap”, album che verrà realizzato senza Mick Jones e Topper Headon, fuoriuscito dalla band per i suoi problemi con l’eroina, e che sarà un flop clamoroso.
Lo stesso Strummer lo rinnegherà , ed in effetti sarebbe stato meglio non pubblicarlo, contiene però “This Is England”, ultimo grande brano da lui scritto.
Sulla fine della band avrà un enorme peso la figura di Bernie Rhodes, che crea e distrugge la band, plagia e convince Joe Strummer a estromettere i componenti della band e addirittura partecipa firmando i brani di “Cut the Crap”, in un delirio finale non degno di una band così importante.
Non sarà comunque il pessimo “Cut the Crap” ad interrompere definitivamente tutto, anche in dimensione ridotta i Clash continuavano a fare concerti dappertutto, Italia compresa, sarà la causa intentata da Mick Jones sull’utilizzo del nome a bloccarli, il concerto del 27 luglio 1985 ad Atene sarà l’ultimo, fine, stop, the game is over.
After the end
Joe Strummer (voce, chitarra ritmica)
Joe Strummer muore il 22 dicembre del 2002 per infarto causato da una malformazione congenita mai riscontrata prima.
Morirà un mese dopo aver rincontrato Mick Jones sul palco, con i suoi Mescaleros, stava esibendosi in un concerto benefico a Londra a favore dei pompieri e il suo vecchio amico sale sul palco e inbracciata la chitarra si unisce a Joe e rifanno due pezzi dei Clash, “White Riot” e “London’s Burning”.
Questo per dire che tra Mick Jones e Joe Strummer non c’era mai stato rancore, e questo da subito dopo lo scioglimento, sarà il loro ultimo incontro e per Mick forse il ricordo più bello.
Joe, dopo la fine dei Clash, tenterà una carriera come attore e compositore di colonne sonore, ambedue senza risultati importanti, pubblicherà un album solista rockabilly “Earthquake Weather”, che sarà completamente ignorato, e poi fonderà nel 1999 i Joe Strummer & The Mescaleros, con i quali sembrava aver iniziato a ritrovare una certa qualità creativa ed un certo seguito.
Il 22 dicembre del 2002 purtroppo scenderà il sipario sulla vita di Joe Strummer.
Mick Jones (chitarra solista, voce)
Mick Jones fu cacciato da Bernard “Bernie” Rhodes? Direi di si, i contrasti tra di loro erano ripetuti e continui, Jones non accettava che Bernie volesse avere un peso nelle scelte creative della band, e Bernie, in fondo, voleva fare il Mick Jones, e ci proverà sul serio firmando i brani di “”Cut the Crap”.
Dopo i Clash, Mick fonderà i Big Audio Dynamite, band che non avrà un grandissimo successo, ma che comunque riuscirà ad essere attiva fino al 1995 pubblicando nove album.
Ha comunque nella sua carriera momenti importanti come produttore, sua la produzione dell’album d’esordio dei The Libertines e quella per la band di Pete Doherty, i Babyshambles.
Nel 2003 fonda insieme a Tony James (Generation X) i Carbon/Silicon e pubblica diversi EP e tre album, l’ultimo del 2009.
A distanza di tanti anni Mick continua ad occuparsi saltuariamente di musica, come accaduto con l’ottima collaborazione con i Flaming Lips.
Paul Simonon (basso, voce)
I bassisti sono di solito persone particolari, a me quando penso al basso viene sempre in mente John Entwistle, il bassista degli Who, per me il bassista, punto.
Penso che tutti siano come lui, taciturno, calmo, quasi mentalmente e fisicamente assente, e poi così incisivo nei brani.
Paul Simonon è un po’ come lui, anche caratterialmente, ma che ha imparato a suonare dal nulla, ispirandosi ed esercitandosi con il reggae.
Dopo i Clash, Paul si dedicherà principalmente alla pittura, sua vecchia passione, e parteciperà solo saltuariamente in qualche album.
Da ricordare comunque la partecipazione al super gruppo The Good, the Bad & the Queen insieme a Damon Albarn, con il quale ha inoltre collaborato nella realizzazione di “Plastic Beach” dei Gorillaz, insieme a Mick Jones.
Nick “Topper” Headon (batteria, percussioni)
Nick Headon, che non aveva partecipato alla registrazione dell’album d’esordio in quanto il primo batterista scelto fu Terry Chimes che se ne andò appena finite le registrazioni, fu allontano a causa della sua dipendenza dall’eroina, problema che lo accompagnerà per lungo tempo.
Cercherà di lavorare ancora, prima con una band heavy metal, i Fastway, e poi con i Big Audio Dynamite del suo amico Mick Jones, ma la sua inaffidabilità gli causava continui allontanamenti.
Nel 1987 fu arrestato e una volta uscito sbarcava il lunario guidando taxi, aiutato economicamente dai suoi vecchi amici dei Clash.
Non avrà una vera e propria carriera ma fortunatamente nel 2004 chiuderà definitivamente con la droga e inizierà una nuova vita.
L’artista si è impegnato in opere verso la prevenzione dell’Epatite C, malattia che lui stesso ha avuto e fortunatamente superato.
Reunion
Molto probabilmente se Joe Strummer non fosse morto nel 2002 avremmo assistito ad una reunion dei Clash, sicuramente un tour e forse anche un album.
C’erano i presupposti e la volontà di tutto i componenti, ma la morte di Joe Strummer porrà fine ad ogni speranza e ai Clash cosi come li avevamo conosciuti.
Nel prossimo episodio :
S1 E5 : The Smiths, il buono, i brutti e il cattivo
«Almeno a me Morrissey è apparso subdolo, minaccioso e inaffidabile quando erano in gioco i suoi interessi ».