Chad Ubovich non è certo un volto nuovo della scena garage-rock californiana, essendo collaboratore, tra gli altri, di Ty Segall e di Mikal Cronin: il musicista statunitense, però, ha anche una sua band, i Meatbodies, con cui ha da poco pubblicato, via In The Red Records, questo terzo album (o quarto contando anche la cassetta “Chad And The Meatbodies”, realizzata nel 2013 dalla God? Records di Segall).
Verso la fine del 2019 i Meatbodies avevano un nuovo LP pronto da mixare, ma poco dopo la pandemia mondiale ha bloccato tutto quanto e il gruppo californiano ha deciso di mettere in stand-by la sua pubblicazione: è stato proprio nel periodo del primo lockdown che Chad ha ritrovato dei demo registrati nell’estate del 2018 e da lì sono nate le basi per creare “333”.
Senza farci mancare una giusta dose di pesanti riff garage-rock, Ubovich e compagni riescono a provare anche a spostare i loro orizzonti verso altri suoni come succede a partire da “Let Go (333)”, dove siamo accolti da una chitarra acustica e da percussioni veloci prima di essere trasportati verso territori dalla leggere influenze psichedeliche che sembrano provenire da alcuni decenni fa.
La successiva “Night Time Hidden Faces” si presenta con dei synth supportati da un ritmo percussivo deciso portandoci ancora verso delicati, ma ipnotizzanti terreni psych-rock, prima che subentrino chitarre distorte dai sapori blues a chiudere il brano.
Molto interessante anche “Eye Eraser” che, seppur solo strumentale, si distingue per la sua potenza e per le sue influenze shoegaze, mentre la conclusiva “Hero”, pur camminando su territori psych, ci sorprende con la sua leggerezza e, a nostro avviso, si avvicina all’ottimo recente lavoro solista del connazionale e amico (oltre che ex componente della band) Cory Hanson.
Una pausa inaspettata che ha dato la possibilità a Ubovich e soci di poter provare nuove soluzioni sonore: sebbene breve (ventisette minuti), “333” è un album che merita l’ascolto e segna un passo avanti degno di nota per i Meatbodies.
Photo Credit: Sheridan Lee