Biagio ci ha colpiti sin dall’ultima puntata di Any Given Friday di qualche giorno fa; ce ne rendiamo conto, siamo arrivati un po’ in ritardo sulla scoperta del ragazzo, ma un weekend ci è bastato per convincerci a non perderne di vista le tracce.
Ecco perchè oggi, senza troppi preamboli, con la nostra anteprima di oggi, vi diamo in pasto il nuovo videoclip del suo singolo, diretto da Valerio Desirò (attore, autore e regista per Maccio Capatonda) e Cristiano Pedrocco, con le facce giuste di Biagio (in “se stesso”) ed Eleonora De Laurentis (attrice anche per Leo Pari, altro nome conosciuto della scena indipendente, in “lucchetti”).
Ne vale la pena: preparatevi allo “scandalo” (guardare per credere) e ad un bel carico di sana ironia liberatoria.
Ci siamo fatti anche una chiacchierata con Biagio, per conoscerlo meglio…
Ciao Biagio, la prima domanda serve sempre più a noi che a te: dicci chi sei utilizzando solo i termini più difficili che ti vengono in mente.
Sono un individuo smargiasso e solipsista. Canto di novelle accadutemi dal vero e non mi esimo dal prendermi per i fondelli. Fruisco di melodie note e sconosciute tutto il dì e strimpello due strumenti per accompagnare i miei soavi versi.
Già mi hai messo in difficoltà , andiamo avanti. Allora, quasi una settimana fa hai tirato fuori “celovuoi”, il tuo secondo singolo sulla linea acid-pop dettata già da “Geeno”. Ma dì la verità , quanto ti diverti a scrivere canzoni? E sopratutto, quanto credi sia importante oggi tornare divertire l’ascoltatore, dopo tutta “‘sta apatia emotiva?
Guarda, io scrivo semplicemente di quello che mi accade nella vita di tutti i giorni. La verità è che mi fisso su alcuni avvenimenti, e scriverci una canzone è uno dei modi che utilizzo per esorcizzare quello che mi succede. La mia vita è molto ironica di per suo e non penso molto alla questione del divertire l’ascoltatore.
Mi spiego meglio: questo è l’unico modo di scrivere che conosco, e se suscita nell’ascoltatore un sentimento positivo, come quello del divertimento e dello svago,tanto meglio.
Mi diverte molto scrivere e mi piace quando incastro musica, testo ed immagini perfette tra di loro, che descrivono alla perfezione quello che mi accade. Ma, a dirla tutta, per scrivere ho bisogno di un evento forte, il più delle volte tutt’altro che divertente.
Il brano di per sè pare un crossover tra andamento ciondolante ‘alla Mac DeMarco’ e lo spunto demenziale ‘a la Squallor’. Da dove viene Biagio, e quali sono gli artisti con i quali è cresciuto musicalmente?
Io ho sempre ascoltato un po’ di tutto. Sono cresciuto inevitabilmente con gli ascolti di mia madre, quindi Lucio Battisti, Giorgia, i Beatles e Bryan Adams.
Il mio primo ed unico album originale acquistato è stato “American Idiot” dei Green Day. Crescendo ho scoperto Emule ed ho iniziato a scaricare le intere discografie degli artisti che ascoltavo in quel momento, tra cui gli stessi Green Day, i Red Hot Chili Peppers, Nino D’Angelo. Intermezzo Reggae/Roots tra i 21 e i 22, per essere preparato quando andavo a ballare alle feste dub, per poi stabilizzare gli ascolti sull’indie italiano e straniero e il new soul straniero “alla Mac Miller“. Attualmente il mio gruppo preferito sono i Popx, di cui in realtà mi reputo una vera e propria groupie. Stalkero Davide Panizza su Instagram cercando di scambiare qualche
parola in DM.
Capitolo videoclip, che presentiamo oggi in anteprima su IFB: raccontaci come vi è venuta in mente un’idea simile e quanto vi siete divertiti a girare il clip.
Il videoclip è nato da un’idea di Valerio Desirò, che innamoratosi del pezzo, ha deciso di racchiudere l’inevitabile senso di incompiutezza emotiva, derivante da un amore tra il platonico e il non corrisposto, in una cotta per una suora ammiccante. Ci siamo divertiti molto a girare il video. Ti racconto due aneddoti.
1.Cercavamo una chiesa sconsacrata per poter girare qualche scena, ma alla fine abbiamo optato per una chiesa vera. La cosa divertente è che siamo stati cacciati dalla chiesa non perchè non avevamo le autorizzazioni per girare, ma perchè si era fatto tardi ed il custode doveva andare a mangiare.
2.Ma la cosa più divertente in assoluto per me è stata lasciare il mio produttore, mentore ed ex amico Luca Maria Stefanelli a guardare le auto per una giornata intera. Il giorno prima avevamo subito un furto, quale miglior modo per renderlo parcheggiatore per un giorno?
Senti, di questi tempi in molti riflettono sull’utilità del videoclip; alcuni dicono che è un mezzo superato, e che spesso risulta un investimento a “fondo perduto”. Tu cosa ne pensi e che importanza ha per te il videoclip?
Allora rischio di darmi la zappa sui piedi da solo, ma ti confesso che non sono un grande fruitore di videoclip. Come la maggior parte degli ascoltatori nel 2021 mi concentro sulla musica in streamig, poi se il pezzo mi dice qualcosa e conosco l’artista vado su YT a cercare se esiste un video ufficiale.
In generale per me un videoclip deve avere un senso. Quando si instaura un connubio così ficcante come è stato tra me e Valerio, girare un videoclip ha molto senso. Lui ha capito appieno cosa voglio dire con la canzone e col progetto, e ha insistito molto per poter avere un ruolo centrale sulla direzione artistica del
clip. Con il video di “Geeno” ha presentato al mondo Biagio, quello che penso e quello che volevo dire, non esasperando mai la chiave ironica dei testi e rappresentando in maniera leggera ed autoironica la scanzonatezza del pezzo. Con “celovuoi” ci siamo spinti un po’ più in là . Gli ho lasciato più spazio e credo che abbia ritratto alla perfezione i misunderstanding di cui è pregno il testo, facendomi passare leggermente per pervertito. Poteva andarci giù più pesante, ma non riesco ad immaginare un video diverso da questo per celovuoi e ne vado molto fiero. Colgo l’occasione per ringraziare l’ottimo Cristiano Pedrocco che ha diretto in co-regia il clip di “celovuoi”, e la professionalità della bella Eleonora De Laurentis che si è prestata ad indossare una tunica lunga il 18 di giugno in una Roma rovente.
In questo caso, perciò, ritengo utile un videoclip così sincero, soprattutto per un artista emergente come me. Dà una faccia ed un modo di fare ad uno qualunque che scrive una canzone, più o meno orecchiabile.
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