Non è certo nuovo a tragedie e momenti difficili Tim Showalter ma è sempre riuscito a rialzarsi usando la musica come scudo e difesa. Lo fa anche nel nuovo disco a nome Strand Of Oaks, l’album dell’ennesima rinascita e della ritrovata sobrietà , segnato dal trasferimento a Austin (Texas) e da una rinnovata passione per i sintetizzatori e la chitarra acustica, strumenti mai abbandonati in realtà ma meno presenti nell’universo di Showalter negli ultimi anni.
Kevin Ratterman torna a produrre dopo “Eraserland”, Carl Broemel e Bo Koster dei My Morning Jacket affiancano nuovamente Tim, una presenza ancora più massiccia rispetto al disco precedente che dona muscoli e adrenalina a “Galacticana” col suo ritornello pazzamente melodico e il suo mood scaccia pandemia. Cedric LeMoyne al basso è la new entry che completa una line up affiatata, arricchita dal cameo di James Iha degli Smashing Pumpkins in “Easter” brano dalle mille vite e dalle cento anime, trascinato dalle tastiere ma dove anche la chitarra ha modo di ben figurare.
Un disco di lutti e fantasmi “In Heaven”, che riesce forse per la prima volta a far convivere tutte le fasi della carriera di Strand Of Oaks in quaranta minuti ragionati e intensi. Il cuore psichedelico che batte forte nella monumentale, avvolgente, cadenzata “Hurry” pulsa anche nella dolce e intima “Horses At Night” dove viene citato per la prima volta un certo Jimi Hendrix protagonista anche di “Jimi & Stan”, in buona compagnia questo va detto. Uno dei tre eroi di Showalter celebrati nel suo paradiso musicale, insieme a John Prine ricordato in una delicatissima “Somewhere In Chicago” e a Jeff Buckley a cui è dedicata la grintosa e struggente “Sunbathers”.
Il rocker sfrenato e senza compromessi che Tim era diventato è maturato, si è trasformato in un musicista riflessivo che non ha più paura di vivere e inaugura un nuovo ciclo del progetto Strand Of Oaks che prende forma nel finale grazie a brani come “Carbon” col sorprendente violino di Scott Moore, al funk sintetico e distorto di “Sister Saturn”, all’onestà di “Slipstream” con i titoli di coda affidati alla passione cristallina di “Under Heaven”. Guarda avanti il buon Showalter e qui ci sono idee in abbondanza da sfruttare oggi e domani.