In occasione del trentennale di “Badmotorfinger”, a parer mio il migliore album della grande band di Seattle ed opportunamente celebrato tra le pagine della vostra webzine preferita, abbiamo approfittato per ripercorrere la carriera dei Soundgarden nei dieci brani che seguono, scelti non senza fatica nell’ottima discografia del gruppo.
10. Jesus Christ Pose
1991, da “Badmotorfinger”
Primo singolo estratto dall’incredibile “Badmotorfinger”, terzo album della band capitanata da Chris Cornell. Brano potente dall’elevato contenuto “blasfemo” tanto che l’emittente MTV si rifiutò nel lontano 1991 di trasmettere il videoclip diretto da Eric Zimmerman. Poco più di sei potenti minuti con un finale stratosferico!
9. Overfloater
1996, da “Down on the Upside”
L’incedere inquieto dell’inizio di “Overfloater” nasconde in realtà un preludio di potenti chitarre che si manifestano a quasi a metà brano con i gain super saturi in pieno stile hard-rock. Pezzo tratto dal quinto ed ultimo album, per i successivi sedici anni, prima dello scioglimento della band nel 1997.
8. Fell on Black Days
1994, da “Superunknown”
Pubblicata come quinto singolo tratta dallo spettacolare dal quarto album in studio della band, il brano è stato scritto da Chris Cornell ed è riconosciuto come uno dei migliori dei Soundgarden. Canzone al 100% di matrice grunge accompagnata da un video in bianco e nero girato al Bad Animals Studio di Seattle nell’ottobre 1994.
7. Slaves & Bulldozers
1991, da “Badmotorfinger”
Ancora un brano spaziale dal capolavoro del 1991, sugellato da un Chris Cornell in stato di grazia che detta le linee del brano plasmate sulle sue eccezionali ed uniche corde vocali che viaggiano su profili blues e heavy-metal, sempre più forte ad ogni verso. Quasi sette minuti dove la chitarra di Kim Thayil, accordata in drop d, raggiunge picchi elevatissimi con l’assolo d’ordinanza il quale, secondo lo stesso Thayil, rappresenta uno dei suoi più difficili mai eseguiti.
6. Big Dumb Sex
1989, da “Louder Than Love”
Tratta dal secondo album, il brano si caratterizza per un sound decisamente “cattivo” con tanto di refrain esplicito: “I’m gonna Fuck, Fuck, Fuck, Fuck you, Fuck You/Yea I know what to do, I’m gonna Fuck, Fuck, Fuck, Fuck you, Fuck, You I’m gonna”. Gran brano!
5. Live To Rise
2012, da “Avengers Assemble (Music from and Inspired by the Motion Picture)”
Brano corpulento pieno di riff potenti contenuto nella colonna sonora del primo film degli “Avengers” e segna il ritorno della band per la prima volta dopo lo scioglimento del 97 con un Cornell più in forma che mai!
4. Spoonman
1994, da “Superunknown”
Primo singolo estratto dal meraviglioso “Superunknown” e, probabilmente, insieme a “Black Hole Sun” è il brano più di successo della band. In origine il pezzo era stato scritto per la colonna sonora del film del 1992 “Singles – L’amore è un gioco” diretto da Cameron Crowe, per poi finire con la versione “elettrica” nel quarto album del gruppo. Il nome del brano è stato ispirato da Artis the Spoonman, un artista di strada di Santa Cruz, che suona musica con un set di cucchiai e che si vede anche nel videoclip ufficiale diretto da Jeffrey Plansker.
3. Haunted Down
1987, da “Screaming Life”
Singolo del debutto della band di Seattle contenuto nell’ep d’esordio edito dalla storica etichetta Sub Pop. Quasi tre minuti di chitarre acide e rudi che contribuirono a segnare l’inizio del grunge di Seattle! Brano pazzesco!
2. Black Hole Sun
1994, da “Superunknown”
Scritta da genio di Cornell in 15 minuti, questo stupendo episodio di “grunge psichedelico” ha sancito il successo planetario dei Soundgarden decretandone quindi l’accesso alla platea mainstream. Sotto una melodia apparentemente gaia si nasconde in realtà una canzone triste e surreale.
1. Rusty Cage
1991, da “Badmotorfinger”
Scontata testa della top ten per “Rusty Cage”, terzo singolo estratto dal gioiellino della band. Ritmo vigoroso e trascinante con un sorprendente cambio di tempo sul finire. Neanche a dirlo, una delle migliori voci rock mai esistite anche qui presta il suo contributo all’eccellenza del pezzo. Da brividi!
Photo credit: Charles Peterson