Non sembra fermarsi di fronte a niente e a nessuno l’ambizione dei Public Service Broadcasting, che hanno appena dato alle stampe un album interamente dedicato alle atmosfere, ai colori e alla vita di una delle città più affascinanti del mondo: Berlino. Nei tre capitoli che compongono “Bright Magic” – quarta fatica in studio per la band britannica ““ la musica pare quasi trasformarsi in un flessibilissimo strumento narrativo. J. Willgoose, Esq. e compagni lo usano con gusto e misura, in modo tale da dar forma a tante piccole storie in grado di raccontare al meglio l’essenza della capitale della Germania.
I Kraftwerk, il David Bowie della trilogia “Low”/”Heroes”/”Lodger”, il synth-pop nella sua forma più colta e algida, qualche piccola sorpresa dance (“People, Let’s Dance”: lo dice anche il titolo) e persino una spolverata di krautrock, tanto per aggiungere raffinatissime sfumature tendenti al cosmico e al mitteleuropeo: i Public Service Broadcasting ricorrono davvero a tutti gli stereotipi del caso per regalarci un disco il più possibilmente in linea con lo spirito della metropoli tedesca.
Di idee fresche e originali non ve n’è neppure l’ombra. C’è da dire, tuttavia, che la band ci mette cuore e impegno per mantenere sui binari un’opera che, in più di un’occasione, tende a prendere qualche sbandata e a scadere in un’inutile magniloquenza. I sapori fortemente cinematografici di “Im Licht”, “The Visitor” e delle tre parti super-epiche della suite “Lichtspiel” crescono di intensità seguendo evoluzioni elettroniche modellate su moderni esempi francesi (M83, i Daft Punk della colonna sonora di “Tron: Legacy”).
Per quanto strano possa sembrare, il meglio di “Bright Magic” si concentra tutto nei pezzi cantati. Quasi un’assurdità se pensiamo al fatto che, ancora fino a pochi anni fa, J. Willgoose, Esq. giurava che non avrebbe mai abbandonato la formula dei sample d’archivio innestati su basi strumentali.
E invece sono proprio le voci maschili/femminili degli ospiti inglesi/tedeschi chiamati a raccolta dai Public Service Broadcasting ““ alcuni dei quali di assoluto prestigio, vedi il Blixa Bargeld “recitante” nell’electro rock di “Der Rhythmus Der Maschinen” – a infondere vitalità e dinamismo a un album che affascina ma non conquista, forse perchè troppo immerso in un’era digitale che non appartiene a una realtà musicale che ha fatto del recupero del materiale di repertorio una vera e propria arte.
Credit Foto: Alex Lake