Funziona il progetto messo in piedi da Philippe Lavergne e Thierry Haliniak. I Meyverlin vanno a solleticare le corde di noi amanti del guitar pop più classico, quello che guarda con affetto tanto agli Housemartins quanto a un jangle-pop senza tempo.
Il disco si muove bene o male su queste coordinate, e se si chiudono gli occhi davvero vi sembrerà diffcile capire se l’album è datato anni 2000 o anni ’80, vista la bravura nel ricreare suoni e magie di un tempo andato. Non tutto, melodicamente parlando, funziona come le prime due perle poste in apertura, che fanno davvero decollare il lavoro su un piano così alto che tenere il ritmo non è facile. Evocare Cure e qualche eroe della Sarah Records aiuta ovviamente la nostra concentrazione a restare alta: si arriva alla fine soddisfatti.
Un buon lavoro per i nostalgici che, come chi vi scrive, hanno sempre bisogno di album simili.
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