I Labradors sono dei randagi di razza, che non hanno mai smesso di abbaiare alla luna e che sono pronti a mordere, se qualcosa che a loro è prezioso viene messo in discussione. Tra le cose preziose per i Labradors, sicuramente c’è il rock’n’roll: certe cose, o le senti o non te le puoi inventare, e quando certe cose le senti difenderne la sopravvivenza – a maggior ragione in un mondo che ci obbliga alla resa artistica e al suicidio creativo – diventa una sfida vitale.
Ecco perchè oggi ha ancora più senso, per me, fare qualche domanda al trio, fresco di ritorno sulle scene dopo uno stop durato ben tre anni, caricati più che mai dall’idea di tornare a spaccare i palchi, pettinare il pubblico, rincorrere il sedere dei postini della musica – buoni solo ad eseguire consegne – come ogni buon randagio farebbe. Godetevi la nitroglicerina delle risposte dei Labradors, e se non l’avete ancora fatto scopriteli – o saranno loro a scoprire voi.
Ah, guardatevi come Spotify sembra avervi anticipato (che vergogna, vista la naturale lentezza ad accorgersi della qualità tipica del colosso svedese!): i Labradors sono entrati a gamba tesa tra i nomi di ben due playlis editoriali globali. Orgoglio nazionale.
Ciao Labradors, come state? Com’è tornare sulle scene dopo 3 anni di silenzio?
Ciao Indieforbunnies! Stiamo bene, grazie! Siamo belli carichi, non vedevamo l’ora di fare uscire roba nuova, dopo questo periodo di inattività che ci è sembrato lunghissimo. Tre anni-punk sono tanti.
“Anger Management Plan n 327”. Questo il titolo del vostro nuovo singolo. Cosa vi ha spinto a scriverlo?
E’ il primo pezzo che abbiamo scritto dopo l’uscita di “Future Ghosts”, il nostro terzo album. L’abbiamo fatto tutti insieme, in saletta, come una volta, perciò ci è sembrato giusto fosse il primo pezzo di questo nostro nuovo percorso a vedere la luce. Musicalmente credo si senta abbastanza l’influenza di Jeff Rosenstock, artista che stimiamo molto con cui abbiamo avuto il piacere di condividere il palco.
A quanto pare è il brano giusto al momento giusto. Appena pubblicato siete immediatamente entrati in tre playlist ufficiali Spotify, due delle quali globali. Come vi sa sentire la cosa?
Pare che un pò di sano vecchio RUOCK stia tornando a piacere, no? Scherzi a parte, finire in queste playlist per noi significa tantissimo, vedere che la nostra creatura venga apprezzata e riconosciuta è bellissimo. Ripaga di un sacco di sbattimenti e della scelta di rimanere coerenti con noi stessi e con la nostra bislacca formula di indie punk o come lo si voglia chiamare.”
Diciamolo, avete realizzato il sogno di tutte le band indipendenti. Quale è il vostro segreto? Come ci siete riusciti?
Giuro che non c’è una formula! Forse per una volta abbiamo curato di più la parte social, in cui prima di ora siamo sempre stati piuttosto maldestri. Forse abbiamo azzeccato tutte le tempistiche. Non lo so. Speriamo che l’onda positiva continui comunque!
Su Instagram avete scritto che senza Lasala e Fognini di Edac Studio questo brano non sarebbe mai nato. Come vi hanno convinti a tornare a rockeggiare?
Davide e Andrea sono innanzitutto due cari amici, senza di loro la nostra storia sarebbe molto diversa probabilmente. Con loro abbiamo fatto due album su tre, tra cui “The Great Maybe” che è quello di cui andiamo più fieri. Stare con loro a registrare, produrre e fare cose ha un che di magico e familiare. Questa volta sono arrivati con una torcia in un momento in cui non sapevamo che cazzo fare di questa band. Tornare da loro è sembrato naturale e giusto.
Non avete comunque abbandonato il vostro sound, a metà strada tra punk, indie e brit pop. Quali sono le vostre maggiori influenze, nel 2021?
A livello di influenze non diciamo mai no a nulla, anche se nei nostri pezzi spesso si sentono echi di Replacements, Weezer, Elliott Smith soprattutto. Però poi ci sono spunti che arrivano anche da Kanye West, Taylor Swift o Nine Inch Nails.
A questo punto ci aspettiamo che “Anger Management Plan n 327” sia l’inizio di un percorso più articolato. Cosa potete dirci in merito? Quali le prossime mosse dei Labradors?
Non vediamo l’ora di farvi sentire altra roba, nei prossimi mesi succederanno cose!