I break ““ up album sono un genere a sè, indipendentemente dal tipo di musica. Gli Oh Wonder si inseriscono nel filone in modo più o meno volontario con il quarto disco, “22 Break”, uscito a sorpresa un anno e mezzo dopo quel “No One Else Can Wear Your Crown” che tra pareri contrastanti sembrava comunque un nuovo capitolo della storia personale e professionale di un duo che soprattutto oltremanica ha ottenuto successo e risultati notevoli.
Sono bastati pochi mesi a cambiare le cose per Josephine Vander Gucht e Anthony West, passati rapidamente dall’andare d’amore e d’accordo alla crisi di coppia raccontata in questi undici brani, registrati nello studio casalingo senza produttori nè interventi esterni. Fortissima la sensazione di assistere in diretta a una resa dei conti mai violenta ma piuttosto triste, un botta e risposta che vede le voci di Josephine e Anthony non viaggiare più di pari passo ma procedere separate anche all’interno della stessa canzone.
Il synth pop si addolcisce fin dalle prime malinconiche note di “Baby” eseguita dalla sola Vander Gucht mentre brani come “Down”, “Don’t Let The Neighbourhood Hear”, “Rollercoaster Baby” o “You ˃ Me” riportano al recente passato con tanto di drum machine e tastiere. L’arrangiamento della title track si spinge oltre, flirtando con il pop in modi non scontati, ma è la nostalgia in chiave acustica di “Free” a farla da padrone.
L’inedita veste jazz di “Dinner” mette in mostra un lato più maturo degli Oh Wonder, che ai ricordi si abbandonano soprattutto in “Kicking The Doors Down” e “Twenty Fourteen” trascinati da un sassofono tutt’altro che invasivo, già in azione durante “Love Me Now” e in diversi momenti cruciali di questi trentaquattro minuti.
Non erano consapevoli di star componendo un break ““ up album ma l’hanno fatto e con una certa eleganza. Il vecchio adagio, che la sofferenza aiuta a creare le opere migliori, nel loro caso è vero solo in parte ma l’intensità , il coinvolgimento e la carica emotiva che Vander Gucht e West sfoderano in “22 Break” sono innegabili e sotto gli occhi di tutti come l’inevitabile happy end (si sono sposati lo scorso agosto).