Dopo essersi dedicato per qualche anno solo e soltanto alla sua ossessione per i fumetti, completando la trilogia iniziata tanti anni fa con “Unbreakable”, M. Night Shyamalan è tornato al format filmico che lo ha reso famoso: il thrillerone a tinte horror con plot twist finale annunciato. Una cosa che magari non funziona più come ai tempi de “Il sesto senso”, ma che è ormai un vero e proprio marchio di fabbrica.
In “Old” diversi nuclei familiari vengono convinti dal direttore di un resort paradisiaco a trascorrere una giornata in una spiaggia incontaminata ed inaccessibile al pubblico. L’inconveniente che verrà presto scoperto dalle famiglie è che su questa spiaggia ogni ora equivale a due anni di vita. Fatti due conti, è presto certo che pochi di loro lasceranno la meravigliosa laguna.
I momenti horror sono riusciti, la tensione palpabile, alcuni colpi di scena lasciano davvero a bocca aperta, delude un po’ soltanto il twist finale, certamente non tra i più originali organizzati dal regista e sceneggiatore indo-americano.
La riflessione più bella e struggente messa in moto dal carrozzone Shyamalaniano questa volta però è quella sul tempo e sulla caducità della vita. Isomma, con “Old” si ride, si salta dalla sedia, si rimane disturbati e intrattenuti fino alla risoluzione degli ultimi interrogativi messi in moto, ma ci sono di mezzo anche un bel po’ di filosofia e pensieri tutt’altro che superficiali.