Al momento del lancio della terza stagione de “La casa de papel” non si parlava d’altro. Una trama accattivante e una cospicua dose di ideologia sinistrorsa da grandi magazzini avevano fatto delle prime due stagioni un vero e proprio caso e della serie uno dei prodotti più fruttuosi dell’era streaming.
Con queste premesse era difficile immaginare che il gran finale della serie sarebbe passato quasi nel silenzio.
Certo, parlare di flop sarebbe sbagliato, dacchè la serie comunque, nella settimana del suo lancio, figura in cima alla lista delle più viste di Netflix, ma è ben lontana dall’occupare il centro di ogni discussione come le è capitato in passato.
Facile capire perchè. Seppur divertente, la terza stagione è una specie di rielaborazione più caciarona e peggio scritta della prima, con al centro un nuovo colpo, con dietro un messaggio politico ancora più banale e dentro troppa azione girata male. La quarta stagione altro non serve che a riportare lo stato degli eventi a quelli turbati dagli accadimenti della terza (what the actual fuck!?!?!?!) e la prima parte della quinta è francamente imbarazzante, con la banda in balia di uno dei personaggi più ridicoli mai scritti e recitati da che ho memoria (Gandia!?!?!?!?!).
Con queste premesse sperare in una conclusione degna sembrava vano. E invece, in un modo nell’altro gli autori, che degli imbecilli non sono, se la sono cavata.
Anzitutto hanno finalmente sbloccato la situazione, abbandonando lo stallo action delle prime cinque delle dieci puntate e puntando nuovamente sui mirabolanti piani del professore. E’ stato poi decisamente intelligente svuotare le vicende del fastidioso substrato politico da concertone del primo maggio con un finale da questo punto di vista anticlimatico e proprio per questo riuscito.
Certo rimangono alcune interpretazioni da recita di fine anno e una sceneggiatura spesso troppo esigente in termini di sospensione dell’incredulità , ma a conti fatti gli ultimi cinque episodi si fanno guardare con gran piacere e con la consapevolezza, questa volta di tutti, che si tratti di una serie intrattenente come tante altre e nulla più.