Le doti artistiche sono bizzare, distribuite tra gli esseri umani in ordine sparso e incomprensibile. Ci possiamo pensare ore ed ore ma forse semplicemente ognuno nasce con una propria indole: c’è chi nasce per esser medico, chi trova nella figura dell’avvocato il senso della propria esistenza, chi tutti i giorni dispensa sorrisi e gentilezza alla cassa di un market, ci sono tantissime strade. C’è poi chi vive di arte, chi a livello professionale, in grandi e piccole realtà o solo chi muove i suoi passi nell’arte senza dar nell’occhio, nel suo sconosciuto mondo, vite non note ma non per questo povere di scintille.
Spesso accade che chi vive la sua vita secondo la scia artistica sia solito appuntare i propri pensieri, le proprie idee, le proprie emozioni. Situazioni che per un certo tipo di essere umano vanno semplicemente vissute, per altri vanno vissute, rivissute, rilette, analizzite e in qualche modo fermate. Ecco uno dei motivi per cui è nata l’arte: a modo tuo fermi un sentimento, un evento e questo resterà li, in un quadro, in una poesia, un racconto e, cosa che pare ormai tutti sappiamo fare, blocchiamo una sensazione in una foto.
Poi c’è la musica. Banale ma non troppo ribadire quanto questa forma d’arte riesca a prendere un’emozione e poi raccontarla, esprimerla in un modo unico, capace di arrivare in maniera diretta ad un numero di persone elevatissimo.
Rock, pop, blues, hard rock, metal, funky, jazz…quant’altro? La musica classica, lo studio, la libertà , l’improvvisazione, l’autodidatta. Visioni diverse, look differenti, anche la postura cambia tra i musicisti, cantanti, interpreti e autori. Ogni mondo è a se ed è evidente ma esiste un momento in cui tutti i generi musicali suonano a l’unisono e questo avviene ogni volta che un brano viene composto con l’incredibile coraggio di volerlo condividere con qualcuno. Quando quel qualcuno ascolta si ritrova catapultato nei mondi dell’artista, questa è la magia: l’incontro. La musica, con le note e in moltissimi casi le parole, genera incontri che poi sfociano nel conforto, tipico della condivisione.
Quante volte vorreste avere la possibilità di disegnare una canzone? Disegnare la musica, ardua impresa. Certo le note sono traducibili in simboli grafici, ma i ricordi e sentimenti legati ad essa? Come si fa?
A tal proposito, tra i numerosi regali di Natale che potrete fare ad un appassionato d’arte ecco che salta fuori “NOTEBook”: un libro, un diario e un taccuino di pensieri e disegni. Pubblicato nel 2019, gli autori di “NOTEBook” sono 2: da una parte Marianna D’alfonso che riporta pagine di diario, momenti di vita scanditi dalle note dei grandi classici del Jazz. Un bacio, un incontro, una serata catastrofica, attimi fermati dalla scrittura, e ad ogni pagina un brano che potrete decidere si ascoltare. Come dicevamo però la scrittrice non è da sola, ogni pagina del suo diario è abbinata ad un disegno, ritratti svolti da Alberto Marini, appassionato di grafica e illustrazione. Con questa formula, in questo rapido ma intenso libro, si è riusciti a fermare pillole di vita grazie alla scrittura, si è dato un suono ai ricordi e in qualche modo la musica è stata disegnata.
Davanti a tanti ostacoli e situazioni di difficile gestione c’è fortunatamente l’arte, quel mondo dove tutto è possibile.
Credit Foto: World-Telegram staff photographer, Public domain, via Wikimedia Commons
Autore: Marianna D’alfonso, Alberto Martini
Editore: Porto Seguro Editore
Anno edizione: 2019
Pagine: 126p.
ISBN: 9788855460330