Il colpo di fulmine tra Cristina Donà  e il crowdfunding è scoccato nel 2019 al momento di finanziare l’album realizzato insieme a Ginevra Di Marco (chiamato semplicemente “Ginevra Di Marco & Cristina Dona’”). Un’esperienza positiva e sorprendente che ha convinto Cristina a usare la stessa piattaforma (produzionidalbasso) per dar vita a “deSidera”. Un disco che è anche progetto multimediale, visto che tra le ricompense era prevista la fruizione di DONAPP un’applicazione dove sono stati via via caricati materiali inediti e dietro le quinte.

Cristina Donà  come la Björk di qualche anno fa dunque e la nascita di quella che lei stessa ha definito una “nuova creatura un po’ selvatica” è stata un successo non solo economico (la cifra raggiunta alla fine ha superato ampiamente le richieste iniziali). Dieci brani concepiti insieme a Saverio Lanza che ruotano intorno al concetto di mancanza, desiderio e buone possibilità . Cristiano Calcagnile e Fabrizio Morganti a batteria, percussioni e batteria ostinata, Leonardo Ristori al violoncello, Simone Santini a sax e flauti completano un gruppo eterogeneo almeno quanto la musica proposta.

Spetta al ritmo sincopato e tagliente di “Distratti” aprire le danze, una chiamata alle armi urgente e necessaria, almeno quanto l’acidissima “Colpa” che mette alla berlina con rabbia la tendenza a trovare capri espiatori ovunque pur di non prendersi le proprie responsabilità . E’ una Donà  vulcanica e senza freni questa, che alza il ritmo per poi rifugiarsi nei paesaggi umani di “Conto alla rovescia” (ispirata a un racconto di “In tutti i sensi come l’amore” della scrittrice Simona Vinci) e “Desiderio”. Incredibile il lavoro fatto nei testi mai così diretti e allusivi, circondati spesso da melodie dissonanti o minimali come nella struggente “Come quando gli alberi si parlano” uno dei centri emozionali ed emotivi del disco.

L’intenso crescendo di “Torna” graffia l’anima e conferma la grande attenzione a ogni minimo dettaglio e la cura spesa nel comporre “deSidera”, nello scegliere ogni parola da quelle pesantissime di “Senza fucile nè spada” che mette in musica il disarmo e l’impotenza degli ultimi due anni a “Oltre” che prova a guardare avanti con una lucidità  quasi dolorosa. Le dolci note di piano de “L’Autunno” introducono un finale aperto e “senza titoli di coda“. La libertà  fa un gran bene a Cristina Donà  che si spinge ben al di là  di quanto fatto sinora, tra echi di “elettronica preistorica” e tanta grinta, arrangiamenti scarni e armonie cristalline in un album coraggioso e sperimentale.

Credit Foto: Francesca Sara Cauli