Tolta una prima parte che gira un po’ a vuoto (incentrata sui ciclici battibecchi tra Daniel e Johnny, invero sempre più ripetitivi), che fa temere in un’altra stagione di raccordo così come lo è stata la terza, quando la quarta stagione di “Cobra Kai” ingrana la quarta (marcia, scusatemi l’inglorioso gioco di parole) lo fa per diventare la migliore di tutte. E nella sua seconda metà ci riesce senza ombra di dubbio.
Aiuta ovviamente il gran finale all’iconico torneo “All Valley”, dai risultati peraltro tutt’altro che scontati, ma a ben vedere il merito della riuscita dell’operazione va attribuito agli sceneggiatori, capaci di far confluire tutte le numerose linee narrative in un esito convincente e avvincente.
L’alchimia tra le nuove leve e il fascino di quelle ereditate dall’universo di “Karate Kid” è sempre al centro dello show, insieme ovviamente all’effetto nostalgia verso gli anni ’80, tributati al solito con egregi ripescaggi heavy metal e AOR per la colonna sonora.
Come d’abitudine si ride anche di gusto e benchè le interrelazioni tra i personaggi giovani siano un po’ tagliate con l’accetta si fanno seguire con calore. Questa volta poi anche gli scontri fisici sono coreografati meglio e fanno il pari con scene d’azione semplici ma divertenti.
I vari cliffhanger finali fanno peraltro sperare in una quinta stagione dalle direzioni abbastanza imprevedibili, che potrebbe rivoluzionare ancora una volta uno show nel quale (al contrario di quello che avvenina nei film) tutti i personaggi sono fallibili e la separazione tra bene e male e tra giusto e sbagliato non è netta e cristallina.