La trasformazione di Arca continua. Una trasfigurazione infinita che coinvolge e sconvolge tutto quello che sfiora.
L’interessante progetto “Kick”, svelato nel 2020 con il rilascio dell’album “Kick i“, si arricchisce e cresce nel 2021 anelando addirittura altri 4 dischi fratelli dello stesso progetto: 4 album veri e pieni che insieme a “Kick i” ci portano ben due ore e quaranta di musica fertilissima in cui immergerci.
“Kick ii”.
Dell’intero progetto forse il capitolo contenente la musica più scontata (certo che definire scontata la musica di Arca è una bella affermazione, diciamo “scontata” dopo aver ascoltato “Kick i”). Qui ci tuffiamo nel “classico” reggaeton di Arca, la danza è decostruita e le atmosfere post-industrial affilano i segmenti ritmici ballabili ma conturbanti.
“Kick iii”.
Il capitolo più sperimentale e di largo respiro. Qui Arca stravolge tutto e ricostruisce riutilizzando la stessa materia prima di “Kick ii”, ma modificandone le forme e i colori.
“Kick iiii”.
Qui l’atmosfera si fa più riflessiva ed emotivamente coinvolgente, i ritmi calano e l’IDM lascia spazio a synth avvolgenti e voci effettatissime che sfaccettano contenuti intimi o sociali disfacendosi poi nel silenzio.
“Kick iiiii”.
Proseguiamo sulla falsa riga di “Kick iiii”, con delle aperture eteree molto emozionanti (vedi la traccia “Fireprayer”, penultima del progetto).
Se osserviamo gli art-works dell’intero progetto di Arca possiamo notare che la donna-gazzella di “Kick i” ha proseguito la sua trasformazione aggiungendo nuove componenti e aumentando iperbolicamente l’artificiosità per cambiare, cambiare, cambiare continuamente e ritrovarsi dall’altra parte. Nel finale la vediamo come rinata e quasi “divina” nella copertina di “kick iiiii”, senza più nulla di artificioso, a cavallo di un animale misterioso e futuristico.
Le immagini scelte da Arca per i suoi art-works ovviamente non sono a caso, insieme alla sua musica vogliono raccontare un viaggio che l’artista venezuelana di stanza a Barcellona ha intrapreso con passione e dedizione.
La musica qui è un linguaggio che traduce la vita di Arca, la quale è in continua trasformazione e forse si capisce che non c’è un traguardo, non c’è una fine del processo.
Dentro ognuno di noi ci sono tanti ingredienti diversi che possono raccontare svariate versioni di noi stessi. Ecco, Arca ha il coraggio di soffiare su questi ingredienti per farli volare dentro sè stessa e provare a ricomporre le forme prestabilite, così da poter descrivere sè stessa al mondo esterno in nuove sfaccettature sempre più vicine al nocciolo della sua esistenza.
L’importante è non essere mai predefiniti in assoluto.
Questa è la ricorrente lezione impartitaci da Arca.
Credit Foto: Unax LaFuente