Un primo assaggio impossibile da dimenticare. A distanza di quarantacinque anni dalla sua uscita, l’album di debutto dei Cheap Trick resta un solido esempio di quel che può riuscire a fare ““ o meglio, delle vette che può raggiungere – l’hard rock nella sua forma più dinamica, energica e melodica. Perchè le melodie, in fin dei conti, i quattro di Rockford le hanno sempre masticate.
La loro passione per i maestri dell’orecchiabilità , ovvero i Beatles, è arcinota. Sperando di non dire una baggianata, potremmo persino includerla tra i motivi della precoce svolta power pop nel classicissimo “In Color”, una piccola perla del genere pubblicata appena pochi mesi dopo il sensazionale esordio che siamo oggi qui a celebrare.
E allora non divaghiamo: tessiamo pure le lodi di questo grandissimo disco. Esagero? Sicuramente sì. Ma purtroppo sono un tipo impulsivo e mi esalto facilmente. Faccio un po’ come i giovanissimi Cheap Trick di inizio 1977 – che erano selvaggi, incontrollabili e affamati di elettricità . E che si presentarono al mondo con una potenza di fuoco davvero invidiabile, ben distribuita lungo dieci tracce letteralmente dominate dalla chitarra già moderna di Rick Nielsen.
C’è l’umorismo, ci sono i temi scottanti e controversi (gli omicidi nella blueseggiante “The Ballad Of TV Violence (I’m Not The Only Boy)”, con un bel finale delirante, e la pedofilia in “Daddy Should Have Stayed In High School”), ma soprattutto c’è tutta la carica del rock più genuino ed eccitante, anche se screziato e, sotto alcuni punti di vista, ambiguo; cattivo senza essere punk, grezzo senza essere garage, raffinato senza essere pop.
In parole povere, questo è vero rock: non è il RUOCK al quale siamo abituati oggi ““ tutto fumo e niente arrosto. Mi rendo perfettamente conto del fatto che la mia è una frase fatta; una generalizzazione degna di un vecchio trombone o, se volete, una considerazione alquanto patetica che potrebbe fare solo un boomer (categoria alla quale neanche appartengo, tra l’altro).
Ascoltando questo disco, tuttavia, sale una sorta di nostalgia per l’epoca ormai remota in cui questo tipo di musica poteva effettivamente rappresentare una boccata d’aria fresca per gli ascoltatori. Oggi, almeno per quanto riguarda il mainstream, il più delle volte vi è solo polvere. Spazziamola via andandoci a recuperare questa delizia per le orecchie: sarà come tornare indietro di quasi cinquant’anni, quando ancora le chitarre elettriche dominavano il mondo. E se proprio siete di fretta e non avete tempo per gustarvi l’album nella sua interezza, sparatevi almeno le clamorose “ELO Kiddies”, “Taxman, Mr. Thief”, “Hot Love” e “He’s A Whore”. Un pugno nello stomaco!
Data di pubblicazione: 3 febbraio 1977
Tracce: 10
Lunghezza: 40:00
Etichetta: Epic
Produttore: Jack Douglas
Tracklist:
1. ELO Kiddies
2. Daddy Should Have Stayed In High School
3. Taxman, Mr. Thief
4. Cry, Cry
5. Oh, Candy
6. Hot Love
7. Speak Now Or Forever Hold Your Peace
8. He’s A Whore
9. Mandocello
10. The Ballad Of TV Violence (I’m Not The Only Boy)