Sembrano venire da un universo parallelo i Tin Woodman e non solo per la presenza in formazione del robot che al gruppo dà il nome, arrivato dal pianeta Wautah per diventare una rockstar. La collaborazione tra Simone Ferrari (Simon Diamond) e Davide Chiari (Dave The Wave) approda al secondo album dopo l’EP “Metal Sexual Toy Boy” e “Azkadellia”, aumentando i giri di un mix musicale in cui finisce veramente di tutto dalle melodie anni sessanta ai sintetizzatori dal proto hip hop di “1989” alla sfrenata nostalgia di “Supercar”.
L’allegra brigata si arricchisce di un buon numero di collaboratori come DELLERA (Afterhours, The Winstons) Chiara Amalia Bernardini (KICK) e Wawa Sanè, gli ottoni di Dario Acerboni, Luca Bonardi e Davide Albrici più tre batteristi: Emanuele Tosoni, Michele Marelli e Matteo Arici. Il tema centrale di “Songs For Eternal Lovers” è ovviamente l’amore oltre a chitarre spesso adeguatamente distorte ma il divertimento è assicurato con “Tropicalia Woodie Resort” e “Gamma Ray Chewingum”, senza dimenticare la psichedelia di “Starship” e “Roverbot” sulla scia degli ultimi Tame Impala e l’omaggio al rock marca seventies di “April O’Neil” e “Lovers” con un video dove compare un ulteriore squadrone di ospiti.
Il lato più confidenziale di una band che sembra fatta apposta per lanciarsi dai palchi in furiosi stage diving emerge in “Deezworld” e “You”, in alcune parti di “Gooshie Dwight” con la sua anima à la David Bowie e le melodie insistite, ben orchestrate e molto Beach Boys. Una miscela esplosiva e trascinante che in altre mani avrebbe potuto deragliare o suonare troppo prevedibile quella ideata da questo trio uomo ““ macchina, ma i Tin Woodman sanno dosare sapientemente le dosi ed escono dall’album numero due a testa alta.
Credit foto: Giulia Bartolini