L’ultimo lavoro dei Beirut risale al 2019, quando pubblicarono il meraviglioso “Gallipoli“. Dopo solo tre anni i fan a gran voce richiedevano un nuovo lavoro. La band capitanata da Zach Condon ha così deciso di accontentarli: il nuovo lavoro non è un album di inediti veri e propri, ma possiamo considerarlo tale comunque data la sua ineguagliabile bellezza.
“Lon Gisland, Transatlantique, O Leà£ozinho”, “The Misfits”, “New Directions and Early Works” e “The B-Sides”: questi sono i quattro lati del vinile per dare all’ascoltatore un’idea di dove si trova, di cosa sta ascoltando. Una riscoperta di brani, di rarità , di artefatti musicali ripescati nel grande calderone di produzione della band dall’album di debutto del 2005 “Gulag Orkestra”. Il primo brano è tra i più conosciuti, quindi non così inedito al grande pubblico, ma ben congegnato in quella posizione: “Elephant Gun” è forse una delle loro canzoni più famose, qui riascoltabile in una chiave alternativa.
La bellezza di questa raccolta, come vi dicevo, sta nella bellezza dei suoi pezzi: non dà assolutamente l’impressione di essere un “best of” degli scarti passati, delle demo o di altro ma s’inserisce nel percorso discografico dei Beirut di forza. Il percorso che viene costruito qui, ben congegnato, è comunque paragonabile ad un percorso sonoro che viene ideato per un album di inediti. Infatti non mi verrebbe mai di pensare ad un qualcosa diverso da questo.
“Fisher Island Sound” è il primo estratto della raccolta: senza quasi chiedere, la band ci dice già in che direzione va questo lavoro. Noi ascoltatori compiamo un viaggio attraverso il sound unico di questo gruppo, trovandoci quasi come ad una fiera di paese o, appunto, su un’isola di pescatori.
Ci sono anche gemme che variano nel sound: “Sicily”, “Irrlichter” e la strumentale traccia di chiusura “Babylon” ci mostrano l’altro lato del gruppo che comunque ci piace e ci affascina. Se c’è una cosa sicura riguardo ai Beirut è che mai nel loro percorso musicale riusciranno mai a deluderci, perchè la loro musica, la loro idea di arrangiamento e di utilizzo dei giusti strumenti seguirà sempre e comunque la stessa linea: la semplicità più semplice che ci sia, ma autentica.
Credit Foto: Lina Gaisser