Carriera multiforme e variegata quella di Diana Tejera, cantautrice e polistrumentista raffinata che si è sempre mossa tra musica popolare e tentazioni pop fin dall’esperienza sanremese con i Plastico nel 2002. Vent’anni di musica che hanno portato collaborazioni importanti (Tiziano Ferro, Angela Baraldi, Nathalie, Ana Carolina e Chiara Civello) una candidatura ai Nastri d’Argento e colonne sonore di film, serie tv come “Volevo Fare La Rockstar” e documentari.
“Libre” è un album scritto in solitaria e in solitudine tra il 2020 e il 2021, poi rielaborato con l’aiuto di Barbara Eramo, Bea Sanjust, Lamine, Andrea Di Cesare, Fabio Rondanini e Giampaolo Scatozza. Una squadra affiatata che dà vita a un disco cosmopolita cantato in ben tre lingue: spagnolo, francese e inglese con echi di Chavela Vargas, Lhasa De Sela e qualcosa di Amy Winehouse. Musica popolare, chitarre acustiche, elettronica si rincorrono alternate ai riferimenti poetici della title track, che mette in musica un testo di Prevert.
Romanticismo e il ritmo serrato di pezzi come “Volverè”, l’intensità minimale di “En Tus Ojos”, la frizzante morbidezza sonora di “True Lie”, le melodie cangianti e dolcissime di “Why”, la grinta di “All That You See” con i sintetizzatori che illuminano armonie non scontate consegnano l’immagine di un’artista ormai sicura di sè, capace di arrampicarsi sugli arpeggi acustici e spagnoleggianti di “True Lady” e di conquistare atmosfere elettroniche con “I Quit”. Un bel modo di celebrare vent’anni di carriera senza dover per forza seguire la corrente o le mode.
Credit foto: Viviana Strambelli