Lo scorso novembre, in un secondo momento, pensavo di essermi spinto un po’ oltre riguardo la valutazione data all’ultimo album di Joan As Police Woman; ecco, ancora oggi posso solo confermare quel 9.5 al capolavoro “The Solution Is Restless”, soprattutto dopo averlo visto trasfuso dal vivo.
Il tour, rinviato causa pandemia, ripartito proprio lo scorso novembre con la data parigina approda in Italia dapprima il 17 marzo a Pordenone per concludersi, da noi, con la data milanese del Santeria Toscana 31. Nel mezzo, la data romana del 19 marzo nella splendida venue dell’Auditorium Parco della Musica, nella raccolta Sala Sinopoli che, per l’occasione, si è dimostrata ben lieta e soddisfatta dell’arrivo della “poliziotta” newyorkese. Infatti, la platea quasi piena ha contribuito in maniera netta all’interazione con la simpatica Joan che ha dimostrato di sentirsi coccolata ed a proprio agio tra le mura nostrane.
Nel caldo e minimale palco allestito per l’occasione, spicca un grande pianoforte posizionato quasi di traverso come a voler dimostrare il rispetto sia verso il pubblico che verso i suoi musicisti – Parker Kindred (batteria), Eric Lane (tastiere) e Benjamin Lazar Davis (basso) – con i quali ha spesso messo in scena simpatici siparietti, proprio a sottolineare quel climax avvolgente e casalingo.
A scaldare il pubblico, dopo un quarto d’ora “accademico”, ci pensa la meravigliosa “Get My Bearings” tratta dall’ultimo album – al quale sono dedicati ben 6/10 dei suoi brani – che occuperà con l’energica “Take Me to Your Leader” e “Masquerader” il primi quindici minuti di concerto.
La scaletta si è dimostrata ben ricca di qualità racchiudendo episodi davvero riusciti della polistrumentista di Biddeford, come la bellissima “Hard White Wall”, tratta dal suo secondo album “To Survive” del 2008, oppure i successi “The Magic” di “The Deep Field”, “Tell Me” di “Damned Devotion”e “Holy City” di “The Classic” alla quale – alle 22.45 dopo un’ora e mezza – è affidato il compito di calare il sipario all’interno dell’encore con i brani “Real Life” – dove la Wasser ci regala un profondo piano solo – e la cover “Why Can’t We Live Together” di Timmy Thomas. A proposito di cover, saranno tre a fine serata, con “Sweet Thing” del Duca David Bowie, contenuta nel suo primo album di “Cover”, e “I Keep Forgettin'” di A.T. Michael MacDonald contenuta, invece, nel suo “Cover Two”.
Il senso di appagamento è unanime tra il pubblico, letteralmente ammaliato, me compreso, dalla voce soave ma potente di Joan accompagnata dalla sua raffinatezza ed eleganza durante la rappresentazione di autentici capolavori i cui arrangiamenti on stage non sono mai lasciati al caso. Mentre si alterna al piano ed alla chitarra, senza soluzione di continuità , provvede ad accordare i suoi strumenti con immensa dovizia, sempre accompagnata da quella finezza che la contraddistingue e che, inevitabilmente, si riversa nella sua musica.
Non manca occasione di commuovere e commuoversi mentre cita il grandissimo Tony Allen in apertura di una “Dinner Date” a dir poco perfetta che, unita ai successivi dodici minuti di “The Barbarian” e “Geometry of You”, completano il lotto del suo ultimo capolavoro “The Solution Is Restless”.
Joan As Police Woman è un’artista fenomenale sia dentro uno studio di registrazione che sopra un palco, un’artista che possiamo solo apprezzare per la sua proverbiale capacità di emozionare.
Arrivederci a presto Joan!