Semplicemente delizioso. Il nuovo lavoro degli svedesi Shout Out Louds porta con sè un sound davvero pregevole che ammalia e coinvolge sin dalle prime note, che si fondono tra malinconiche armonie e freschi refoli. Insieme da quasi una ventina d’anni oramai, il quintetto di Stoccolma – composto dal frontman Adam Olenius, da Bebban Stenborg (tastiere), Ted Malmros (basso), Carl von Arbin (chitarre) ed Eric Edman (batteria) – con questi nuovi otto episodi contenuti in “House” confermano la loro incredibile attitudine nel confezionare melodie efficaci ed attuali al netto delle sperimentazioni, che pure trovano spazio senza mai essere invadenti.
La bella traccia d’apertura nonchè primo singolo “As Far Away As Possible” dimostra, ad esempio, come il cambio di ritmo a metà brano, che evoca timidamente una certa “She’s Lost Control” dei Joy Division, non guasta affatto un mood turbinoso e brioso. Nostalgico e pacato il successivo singolo “High As a Kite” che pure attanaglia l’ascolto con un dream-pop rilassante e di incredibile semplicità .
La band scandinava ci ha abituato bene, mettendo a segno sempre dei buoni lavori quasi lasciandosi alle spalle, si fa per dire, lo “spettro” di quel gioiellino del debutto “Howl Howl Gaff Gaff”. Questo “House”, che ritrova alla regia del produttore Björn Yttling, membro dei Peter Bjorn and John, esce a cinque anni di distanza da un ottimo “Ease My Mind”, ad esempio, cercando di iniziare un percorso in parte solo abbozzato dalla produzione precedente.
Ebbene, accanto alle costanti melodie accattivanti e refrain più che riusciti – come nell’energica “Mixed Up” o nell’incalzante ritmo di “My Companion” che fa il verso ai Death Cab For Cutie di Ben Gibbard e soci – si nasconde un sound più “cupo” orientato verso una sorta di new-wave/post-punk come nella neworderiana “June” o nella successiva “Multiply”. Sonorità , forse, più ricercate che, tuttavia, non abbandonano del tutto quella autenticità loro marchio di fabbrica, come in nel dream-pop di “Sky and I (Himlen)”, che ritrova un meraviglioso duetto di Olenius con la tasterista Bebban Stenborg.
Per non farci mancare nulla, chiude i giochi una coinvolgente “Sometimes Sometimes” che richiama i Cure di “Just Like Heaven” con tanto di sax ad addolcire i toni. Insomma, gli Shout Out Louds centrano anche questa nuova prova sulla lunga distanza dimostrando di mantenere una propria coerenza osando comunque verso un suono attuale.