Viene da lontano “Canzoni Per Adulti” il nuovo album di Ugo Cappadonia, musicista coerente in tutto il suo percorso solista iniziato grazie a “Orecchie da elefante”, proseguito con “Corpo Minore” senza dimenticare i periodi passati in Pan Del Diavolo e Stella Maris. Il primo assaggio è stato pubblicato lo scorso novembre: “La Guerra è Iniziata” brano lucido e amaro che provava e riusciva a mettere in musica questi anni di stordimento pandemico e post ““ pandemico caratterizzati da quello che Cappadonia ha definito “moderno oscurantismo“, un rinnegare scienza e realtà in modo furioso e ostinato.
Dieci le canzoni di un disco pensato, ragionato, composto e registrato in momenti diversi che fotografa numerose sfaccettature dell’essere adulti, termine spesso abusato che qui si riappropria del suo significato più vero: quello di una crescita lenta, mai lineare, perfettamente descritta ne “Il Gioco” e “Tigre Stanca”. Il rock è nel DNA di Ugo e torna con impertinente prepotenza nelle chitarre taglienti, esuberanti di “Sentirete Il Rumore”, in quelle ritmiche, distorte con assolo di “Giro di vite” dove spicca anche il pianoforte di Filippo La Marca.
Pur essendo un progetto solista Cappadonia ha sviluppato un rapporto strettissimo con i musicisti che lo seguono e lo affiancano: oltre a La Marca, Emanuele Alosi alla batteria, Michele Zappoli al basso, Luca Anello alle percussioni, Nicola Manzan agli archi. Una dimensione corale evidente ne “Il Nostro Pesce Rosso” dinamica chiamata alle armi per “bambini ultra trentenni” dove si aggiunge la chitarra di Davide Andreoni. La parte più riflessiva, dolorosa di “Canzoni Per Adulti” è tutta nella dolce e ruvida “Il Ruolo” e in una tenace cavalcata come “Lo Sappiamo Solo Noi”, pezzi che affrontano di petto la solitudine di chi deve fare i conti con una dipendenza in famiglia o una malattia.
“Sulle Tue Spalle” è invece un delicatissimo dialogo tra adulto e bambino scritto con mano ferma e mente aperta, in bilico tra passato e presente. La maturazione di Ugo Cappadonia è ormai piena, sotto gli occhi di tutti nei testi pungenti, trascinanti, pieni di immagini che restano a lungo dopo la fine del viaggio psichedelico e beatlesiano di “Quadro Storto”. Arrivato al quarto album si prende ancora una volta tutte le sue responsabilità di autore “Rock in Direzione Opposta” consegnando un ritratto del mondo e degli umani ricco di complessità .