Siamo a Berlino per un breve weekend in cui vedremo l’attesissimo concerto di Lucy Dacus e Fenne Lily, due musiciste molto apprezzate qui in redazione di Indieforbunnies.
Il live-show, originariamente previsto al noto Lido, è stato recentemente spostato al più grande Columbia Theater per la grande richiesta di biglietti da parte dei fan, ma anche la nuova capiente sala è andata sold-out negli ultimi giorni a dimostrazione del calore che i fan tedeschi riservano alle due ragazze.
Sono da poco passate le otto quando Fenne Lily e la sua band salgono sul palco della venue berlinese, già comunque gremita di persone: la musicista nativa del Dorset ha finalmente l’occasione di presentare il suo secondo LP, “Breach”, uscito a settembre 2020 per la prestigiosa Dead Oceans.
L’inizio è leggero con una canzone estratta dal suo primo album, la title-track “On Hold”, che crea una bella atmosfera gentile con le sue chitarre, anche ci pare che spesso cerchi di deviare verso territori più indie-rock rispetto alla sua versione originale, grazie a chitarre maggiormente energiche.
La successiva “Hypochondriac” è decisamente melodica e dai toni riflessivi e rilassati, ma sono sempre le sei corde a dare una direzione indie-rock che avevamo già sentito nel disco più recente della songwriter di stanza a Bristol.
“Laundry And Jetlag”, sebbene non abbia gli archi presenti sull’album, dimostra una sensibilità rara, ma è accompagnata da percussioni interessanti e i suoni delle chitarre risultano puliti e delicati.
Scritto a Berlino, “Breach” deve tanto alla capitale tedesca: il set di Fenne Lily si chiude proprio con “Berlin” (“non l’ho mai cantata a Berlino” ““ dice al pubblico la ragazza inglese), un altro momento gentile, prima che le chitarre vengano lasciate libere per una conclusione decisamente adrenalinica.
Appena quaranta minuti, ma che ci hanno lasciato parecchie emozioni e hanno dimostrato le qualità e la purezza della musicista del Dorset.
Quando sono le nove e dieci è poi la volta di Lucy Dacus, tornata in Europa per la prima volta dopo la pubblicazione del suo ottimo terzo LP, “Home Video”, uscito a fine giugno dello scorso anno via Matador Records.
La ventisettenne musicista originaria della Virginia sembra stare meglio dopo che alcuni problemi alla schiena l’avevano costretta a cantare sdraiata su un divano nel suo recente tour degli Stati Uniti e l’affetto portato dai fan berlinesi pare aver alzato parecchio il suo morale.
E’ la lunghissima “Triple Dog Dare”, canzone conclusiva del suo disco più recente, ad aprire i giochi: i synth e la chitarra disegnano panorami sonori molto delicati che sembrano perfetti per descrivere la malinconia del pezzo, che non ha mai bisogno di forzare, salve per qualche breve momento di adrenalina nella sua parte finale.
Poco dopo ritroviamo con piacere “Addiction”, uno dei pochi estratti da “Historian” stasera: un continuo di cambi di umore spesso segnalati dalle chitarre fuzzy ed esplosive, che creano comunque ottime melodie.
La successiva “Hot & Heavy” vede la statunitense esibirsi con la sua chitarra acustica: anche qui i toni tendono a rimanere bassi e riflessivi, mentre il pubblico ciondola cullato dalle belle sensazioni melodiche che la Dacus e la sua band sanno regalare.
Lucy si sposta al basso e Jacob Blizard usa l’acustica per “Cartwheel” per un altro momento decisamente malinconico e leggero, mentre poco più avanti “Partner In Crime” vede l’uso del vocoder e dei synth, dando una sensazione dancey al pezzo, tanto che la statunitense si mette a ballare sul palco.
Il singolo “Brando”, preso dal recente “Home Video”, è senza dubbio il momento più catchy della serata e, tra synth e chitarre cristalline, non possiamo che godere del suo ritornello così melodico e gradevole.
“Going Going Gone” vede l’utilizzo di ben tre chitarre acustiche e ci porta su territori folk molto soft e gentili, mentre per “Fool’s Gold” la Dacus si esibisce da sola accompagnata esclusivamente dalla sua chitarra acustica e, nonostante la grandezza della venue berlinese, si puo’ comunque percepire un senso di intimità , inaspettato quanto gradito.
Dopo il recente e graffiante recentissimo singolo “Kissing Lesson”, non poteva essere che “Night Shift” a chiudere il main-set: i fan tedeschi cantano insieme a Lucy in un continuo crescere di emozioni e cambi di toni con le chitarre che recitano la parte delle protagoniste principali insieme all’emotiva voce della statunitense che, come sempre, riesce a toccare il cuore di chi sta ascoltando.
Passano pochi attimi prima che la Dacus e la sua band rientrino per un breve encore: prima è la cover di “Dancing In The Dark” a esaltare il pubblico berlinese, che risponde con grande partecipazione, mentre subito dopo Lucy rimane da sola ed esegue una canzone nuova – apparentemente ancora senza un titolo ““ che dovrebbe finire sul suo quarto LP che uscirà in futuro: il brano, che la musicista della Virginia chiede di non registrare con i telefonini, viene presentato in una versione acustica e ha un’atmosfera malinconica e potrebbe essere un’interessante anteprima di ciò che succederà nei prossimi anni.
La Dacus nel frattempo è sembrata perfettamente a suo agio sul palco della pur grande venue tedesca e ha mostrato una maggiore maturità rispetto a quando l’avevamo vista dal vivo qualche anno fa a Manchester, regalando momenti entusiasmanti e altri più riflessivi, ma lasciando sempre il segno nell’anima dei suoi fan. Una carriera molto importante l’aspetta. Ne siamo sicuri.
Photo Credit: David Lee from Redmond, WA, USA, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons