Il caleidoscopico mondo dei Calexico si arricchisce di una nuova sfumatura, quella di “El Mirador” registrato a Tucson da Joey Burns e John Convertino ospitati per l’occasione dal tastierista Sergio Mendoza. Dodici brani a loro modo trascinanti, una rivisitazione delle atmosfere tex ““ mex tanto care al duo in chiave più rilassata, ballabile e vivace. Una ricerca della leggerezza non certo spiacevole, che vede Burns e Convertino attraversare confini musicali sempre più malleabili senza muri nè divisioni.
Mambo, cumbia suonate con Jairo Zavala e Mexican Institute Of Sound, echi country di frontiera e caraibici, voci femminili, fiati e violini, slide guitar con intenti ora sfrenati ora poetici come in “El Paso” con Pieta Brown e il ritorno di Sam Beam / Iron & Wine, maracas, trombe e party all’ultima nota stile “The El Burro Song”. “L’Arizona come punto di riferimento e centro di un mondo apparentemente estroverso e colorato ma in fondo malinconico, sempre in bilico tra diverse identità , lingue e contaminazioni armoniche.
Sole e monsoni, gli estremi che si toccano e generano lampi languidamente ritmati come come “Then You Might See” e “Harness the Wind”, senza dimenticare le influenze morriconiane di “Turquoise”, “Constellation” o “Caldera”. Un disco godibile insomma, molto più vicino a tendenze easy listening rispetto agli esordi senza certo arrivare al pop puro ma con un’attenzione particolare al ritmo, alle melodie, alle chitarre già in bell’evidenza nella title track in cui compare la guatemalteca Gaby Moreno. “El Mirador” scalda il clima di una fredda primavera, garantendo un’innocente e non frivola evasione dalla realtà .
Credit foto: Holly Andres