Nuova uscita per gli australiani Psychedelic Porn Crumpets, una delle tante realtà della vivacissima scena del rock psichedelico australiano. “Night Gnomes”, il loro quinto album, arriva a distanza di poco più di un anno dal precedente “Shyga! The Sunlight Mound” e rappresenta un bel passo in avanti per la band originaria di Perth.
Gli undici brani del disco sono stati scritti nello studio di Jack McEwan, leader del gruppo, e strutturati in maniera tale da suonare estremamente ricchi e dinamici. Al quintetto sono sufficienti quaranta minuti scarsi per definire la rotta di un viaggio lisergico che parte con gli echi elettronici di “Terminus, The Creator” e si conclude con le note dilatate e sognanti di “Slinky/Holy Water”, un brano dall’anima acustica che cresce di intensità col trascorrere dei secondi.
Nel mezzo, con grande piacere e sorpresa, troviamo di tutto e di più. I riff stoner e le chitarre esplosive di “Lava Lamp Pisco” e “Bob Holiday”, così come le cannonate di acidissimo hard rock alla base dell’arrabbiatissima “Acid Dent”, fanno da contraltare alla psichedelia pura di una “Sherbet Straws” melodicamente super-complessa e alla delicatezza folk di una “Dread & Butter” impreziosita da raffinatissimi inserti orchestrali.
I Psychedelic Porn Crumpets pescano a piene mani dalla musica degli anni ’60 e ’70 senza però mai suonare antiquati o derivativi. Il loro desiderio di sembrare il più possibile originali, pur muovendosi in territori già esplorati in lungo e in largo, li spinge spesso a prediligere schemi alquanto intricati per canzoni che, per quanto ineccepibili dal punto di vista tecnico (siamo a livelli molto alti), avrebbero sicuramente guadagnato qualche punto in più se rese in forme più snelle e dirette.
Ma è evidente che ai Psychedelic Porn Crumpets di “Night Gnomes” non importi assolutamente nulla dell’immediatezza. L’impressione generale è che la band sia ancora alla ricerca di una personalità ben definita; un disco di esplorazione quindi, che prova un po’ ad andare da tutte le parti senza però mai rischiare di cadere nel vuoto. Molta (o forse troppa) sostanza per un album che piacerà ai cultori della psichedelia moderna più coraggiosa e al tempo stesso “accomodante”.