Esordio d’autore quello di Nicolas Zullo che, sotto la vigile guida di Alessandro Fiori impegnato a cori, sintetizzatori e violini, dà vita a dieci tracce che spaziano dal folk al pop psichedelico con forti tinte cantautoriali. Affiancato da Mirko Bianchini (basso), Edoardo Dinelli (batteria) e Umberto Ciccarelli (pianoforte e tastiere) Zullo crea un mondo onirico e privato, stravagante e poetico mettendo al centro la natura e le sue mille sfumature.
Canzoni intime ed eleganti che rivendicano il diritto al sogno e con grande delicatezza trasportano in un universo fiabesco ma non immaginario, dove gli occhi sembrano nidi e il diritto dell’acqua piovana viene venduto per poco a un debole fuoco. La copertina curiosa e minimalista di Davide Bondielli ben testimonia l’impatto straniante di un album che cerca soluzioni non convenzionali senza voler per forza essere sperimentale. La melodia è al centro della ricerca di Zullo fin dal singolo “Aiutami” e lo resta sempre, in forme diverse.
Ballad dall’impianto classico come “Eravamo noi” e “Fondamentale” si alternano a momenti più complessi come “Eucalipto e pungitopo” trascinata dalla chitarra acustica e lampi di armonica, in un crescendo costante che diventa giocoso in “Strano siero” e sfiora il prog ne “La tana del vapore”. Il romanticismo sghembo di “Se fossi”, l’intensità di “Oh stupore!”, la chiusura voce – chitarra con inserti di violino in “Apri lo spazio” rivelano l’anima profonda di un disco già maturo.
“Costruire un amore che si possa imparare, costruire un amore che si possa insegnare” è il mantra di “Credendoti montagna”, progetto realizzato con cura infinita sia nei testi che negli arrangiamenti, opera di vero artigianato musicale da apprezzare con la giusta calma e attenzione.
Credit foto: Guido e Ilaria Palmerini