Dopo quasi quattro anni dal suo ottimo debutto full-length “At Weddings”, Tomberlin ritorna con un nuovo lavoro, pubblicato ancora una volta dalla sempre puntuale Saddle Creek.
Registrato ai Figure 8 Studios di Brooklyn, il disco è stato prodotto dalla stessa Sarah Beth insieme al suo collaboratore Phil Weinrobe (Adrianne Lenker, Kings Of Convenience), che si è occupato anche del mixing, mentre il mastering è stato curato dalle sapienti mani di Josh Bonati (Zola Jesus, Sufjan Stevens, Mac DeMarco).
Un’atmosfera strana e cupa ci introduce al nuovo LP con “Easy”: la strumentazione qui è davvero minimalista con il piano e delle leggere percussioni che supportano la voce sempre emozionante e in questo caso malinconica della musicista nativa della Florida che ci regala subito attimi di emozioni sincere e da brividi.
Rimanendo sempre vulnerabile, la successiva “Born Again Runner” si muove invece su territori country-folk dai larghi orizzonti puliti, luminosi e gentili, costruiti con l’aiuto della pedal steel.
“Memory”, invece, fa uso di synth e piano e ci puo’ ricordare le cose più recenti di Sharon Van Etten: Sarah Beth comunque riesce a non perdere quel suo grandissimo senso di intimità che ha finora sempre contraddistinto le sue composizioni.
“Stoned” poi riesce ad aggiungere un suono dai toni indie-rock più spazioso e intenso alla visione di Tomberlin con linee di basso propulsive e un drumming rumoroso che vanno a segnare i momenti di maggiore emotività , mentre le sensazioni melodiche restano comunque notevoli.
La successiva “Happy Accident” rimane ancora su terreni indie-rock con quei suoi pesanti riff fuzzy che, uniti all’estrema sincerità del suo songwriting, ci fanno tornare alla mente le cose più belle di Torres.
“I Don’t Know Who Need To Hear This…” è un album che comunque gode ancora di grandi sensazioni di intimità e purezza, ma dà la possibilità alla ventisettenne musicista nativa di Jacksonville di testare alcuni nuovi orizzonti sonori: il risultato è davvero soddisfacente.
Credit Foto: Michelle Yoon