Ero incuriosito da questo giovane collettivo berlinese fin dal giorno zero, esattamente da quando li lessi in line up a Ypsigrock, festival siciliano ormai di pluridecennale esistenza, i cui organizzatori, oltre ad avere sempre un gran gusto nell’individuare i giusti ospiti, hanno anche un altrettanto fiuto nel cogliere le probabili next big thing, assolutamente affidabili da questo punto di vista e quindi tutto ciò che non conosco, ma che varca la soglia di Castelbuono nell’infuocato agosto, lo vado ad approfondire.
Anche in questo caso, in effetti, la proposta è interessante, infatti i Giant Rooks mischiano un certo appeal indie rock / pop europeo, citerei anche, perchè no, i connazionali Notwist tra le influenze, insieme ad un pop patinato che sa di mainstream e sing a long da grandi platee, ma che non guasta.
Con un solo disco all’attivo “Rookery” uscito in pandemia e un EP in entrata da biglietto da visita, devo dire che i brani ci sono eccome da “The Birth Of The World”, che apre, tra l’altro, il concerto di questa sera, la poppeggiante “Heat Up”, ma anche “Bright Lies” tra le primissime cose pubblicate o la splendida “Misinterpretations”, o la mia preferita sempre dal primo ep “Mia & Keira (Days to come)”, fino appunto ai singoli radio friendly in ottica da tormentone come “Wild Stare” e “Watershed” (l’unico bis della loro data milanese).
La resa live è ottima come la scelta degli strumenti, sostanzialmente vintage dalla Ludwing per un forsennato batterista, a tutta una serie di fenderismi (chitarre e bassi), quanto una nordelelectro in sede di tastiera, come dire, i ragazzi sanno il fatto loro anche nella scelta della backline.
La nota dolente è che il pubblico dei fedelissimi varia tra un’età di 15/16/17/18 a forse 20, ma non vorrei esagerare, e non ci sarebbe nulla di male e potrei dire: anzi, finalmente non solo rap o it pop per la generazione Z di stanza su Tik Tok e decisamente in contro vertenza rispetto alle mie aspettative, visto il genere, il concerto però si trasforma, atmosfericamente parlando, come un incrocio tra un live dei Moderat e quello di Sangiovanni, con tanto di cuori, “amazing” e baci, il che mi fa pensare di essere nel posto sbagliato, pur rimanendo fedele alla mia idea iniziale che le canzoni ci sono e sono belle.
P.S.: In apertura una deliziosa artista belga di nome Anais, bravissima, bellissima, simpaticissima con una buona penna alla scrittura, anche per lei vale il ragionamento fatto sopra.
Photo Credit: Chris W. Braunschweiger, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons