Le Death Valley Girls sono tornate in Italia dopo quasi tre anni di assenza a causa della pandemia: questa sera ci troviamo all’interno del Parco Milcovich a Padova per la prima serata della Sub Cult Fest.
Oggi si esibiranno prima i mantovani A/lpaca e in seguito la band losangelina, che è arrivata alla sua ultima data di questo lungo tour europeo.
La band garage-rock californiana ha pubblicato a fine 2020 il suo quarto album, “Under A Spell Of Joy”, ma la setlist di stasera ne comprenderà solo un piccolo assaggio, variando invece per tutti i lavori della loro quasi decennale carriera.
Il gruppo è composto da Bonnie Bloomgarden (voce, chitarra, tastiere) e da Larry Schemel (chitarra) a cui si vanno ad aggiungere Rikky Styxx (batteria) e Sam Handwitch (basso), entrate più recentemente a far parte della formazione di Los Angeles.
Sono passate da poco le undici, quando le Death Valley Girls salgono sul palco sotto la tenda del delizioso festival veneto: è Larry a darci il benvenuto in “Abre Camino” con la sua chitarra e pesanti riff dall’aspetto sinistro che introducono l’arrivo del drumming preciso di Rikky e dell’incisivo basso di Sam: le grida di Bonnie ci portano poi su territori psichedelici dai toni rumorosi e cupi, ma allo stesso tempo esaltanti.
Altrettanto heavy poco dopo anche “More Dead”, che non smette di schiacciare sull’acceleratore tra organo, schitarrate e la batteria della Styxx che continua ad avere sempre maggiore importanza nell’economia del suono del gruppo californiano.
Decisamente più poppy, invece, la nuova “What Are The Odds”, che gode di splendide melodie, mentre il drumming di Rikky pare inarrestabile.
L’atmosfera, seppur cupa e imprevedibile, continua a mostrare un lato più sensibile e melodico anche in “Magic Powers”, mentre “I’m A Man Too”, adrenalinica, punky e incazzata, è divertente, brillante e ha un sound più pulito rispetto a quanto ascoltato finora.
Eccitante “Disaster (Is What We’re After), sebbene senza il sax presente nella sua versione originale: l’energia parte dal basso e continua a crescere tra chitarra, basso e organo che ci portano in un totale stato di follia.
La serata si chiude con “Electrich High” – estratta dal loro album d’esordio “Street Venom” (2014), recentemente ristampato ““ che ci lascia con un’ultima botta di adrenalina, lunghe jam, un ritmo serrato e sensazioni ipnotiche.
Sono passati cinquanta minuti in cui abbiamo potuto finalmente ascoltare (e gustare) di nuovo dal vivo l’anima rock cupa e dalle venature psichedeliche delle Death Valley Girls: un live-show solido ed esaltante che ha dimostrato ancora una volta il buon valore del gruppo californiano.
Photo Credit: Guido Van Nispen (CC BY 2.0)