Il nuovo album degli Interpol “The Other Side of Make-Believe” è appena uscito e naturalmente è cominciata anche la giostra delle interviste promozionali. La prima sorpresa arriva nella chiacchierata con NME, in cui Paul Banks, nonostante il periodo oscuro (pandemia e guerra) che stiamo vivendo afferma, in merito al disco: “Ha una qualità più ottimistica, ariosa, speranzosa e a tratti anthemica rispetto a tutti i nostri lavori precedenti“.
“Non riuscivo a immaginarmi scrivere qualcosa di cupo che parlasse di quanto tutto sia di merda [nella pandemia]“, dice. “E’stato istintivo pensare invece alla resilienza dello spirito umano. Penso che alcune grandi qualità dell’umanità vengano in primo piano quando c’è una lotta folle“.
Per il chitarrista Daniel Kessler, “Make-Believe” è stata “una sana distrazione, per cercare di mettere insieme qualcosa di bello, qualcosa in cui potessi mettere molte delle mie emozioni“.
La pandemia e il conseguente blocco ha reso necessario un lavoro nuovo nel creare l’album. “Scrivere a casa e non in sala prove mi ha permesso di lavorare con diversi toni nella mia voce, di adattare alcune delle linee di basso. Mentre se avessimo scritto insieme nella stanza, non avrei potuto interrompere il groove per andare a scrivere meticolosamente qualcosa di veramente fuori dal comune sul basso. Ho avuto la libertà di lavorare a mio piacimento, di mettere in pausa e di riavvolgere e di continuare a fare un loop di una sezione e questo mi ha aiutato a delineare alcune parti che probabilmente non avrei scritto altrimenti“.
Anche Fogarino, dice Banks, ne ha approfittato per elaborare ritmi sfumati e innovativi: “è l’MVP di questo disco; è uno dei suoi lavori migliori“.
Quando poi le restrizioni si sono allentate, la band ha potuto incontrarsi di nuovo di persona e sebbene molto materiale fosse ormai pronto, gli Interpol hanno anche scritto alcune canzoni quasi da zero dopo essersi ritorvati, come “Toni” e “Into The Night”. “è stato come in tutti i momenti più belli della nostra storia di scrittura, quando qualcosa si unisce e si crea energia“, spiega Kessler. “Ero davvero felice che quelle due canzoni in particolare potessero trovare la loro strada grazie al fatto che eravamo insieme nella stessa stanza”.
Il discorso va sui produttori Alan Moulder e Flood: “Avevamo già un legame con Alan – è un ragazzo meraviglioso; un amico“, dice Kessler. “Poi Flood è stato il nostro tentativo di aprirci a nuove circostanze. Dalle conversazioni con lui è emerso chiaramente che aveva trascorso molto tempo con le registrazioni delle prove che gli avevamo inviato dalle Catskills, e che aveva imparato a conoscere tutti quei piccoli dettagli che significavano molto per noi. Questo genere di cose ti rende molto più tranquillo nel dire: “Fanculo. Sappiamo cosa funziona, ma vediamo cosa succede quando percorriamo questa strada“.
Banks parla poi del titolo dell’album si riferisce alla fantasia umana e a come viene usata un periodo di difficoltà . Da un lato, “un aspetto bellissimo della nostra specie è l’amore per la storia e la capacità di crearla”, ma dall’altro c’è la tendenza ad “affidarsi alla finzione e alla narrazione perchè è più comoda della verità . Preferiamo l’idea che ci sia una storia, che ci sia una ragione dietro eventi sconcertanti, anche se questa prende la forma di una società segreta che tira tutti i fili. L’idea che ci siano persone malvagie che potrebbero essere ritenute responsabili è una cosa più confortante di una forza anonima dell’universo che potrebbe ucciderci tutti senza nemmeno accorgersene, quindi in alcuni casi ci affidiamo alle narrazioni per rendere la vita più confortevole o con uno scopo. Quello che mi interessa esplorare non è tanto “che cos’è il significato”, quanto “che cos’è il significato e come si forma?“.
Credit Foto: Ebru Yildiz