C’era anche una sana curiosità di vedere la nuova incarnazione sonora di Manuel Agnelli, lontano dai riflettori di X-Factor che, per lo meno quest’anno, ha messo in stand-by la sua partecipazione, ritornando ad essere un musicista a tempo pieno, andando a congelare, inoltre, la band che per oltre trent’anni, almeno nominalmente, lo ha affiancato in un percorso lungo e ricco di soddisfazioni.
Gli Afterhours sono stati quella certezza indie rock o alternative che sia, cantata in italiano e va detto che, al di là dei gusti personali, nulla è appuntabile alla band milanese, figlia di un percorso immacolato e senza scivoloni, costellato da album che ancora oggi suonano evergreen e di grande qualità , ormai radicati nella memoria e non solo, di un pubblico trasversale.
La logica fuoriuscita o la scelta di una nuova carriera solista fanno parte di un ragionevole cambiamento, fermo restando che la presenza ingombrante di Manuel ha sempre monopolizzato, regolando di conseguenza le scelte di un’ipotetica band.
Dico così perchè i primi tre episodi in studio pubblicati in questi mesi suonano Afterhours al cento per cento, non sento sostanziali differenze, quattro brani che ci riportano un Agnelli nella forma migliore: “La profondità degli abissi” canzone uscita per prima ha meritatamente vinto il David di Donatello per la colonna sonora di Diabolik in accoppiata come tempistica a “Pam Può Pam”, quindi la provocatoria “Proci” e la recentissima “Signorina mani alto” sono una marchio di fabbrica a tutti gli effetti, un trittico che farà parte del disco d’esordio “Ama il prossimo tuo come te stesso” previsto per settembre.
Formazione nuova e sono altresì contento che non ci sia Rodrigo D’Erasmo (come nel tour acustico pre covid), non perchè abbia remore nei confronti del musicista italo brasiliano, tutt’altro, bensì l’utilizzo del violino avrebbe riportato nuovamente ai fasti appena abbandonati: a sostituire l’abituale braccio destro di Agnelli, la bravissima Beatrice Antolini fresca di fine tour negli stadi con Vasco Rossi, che si occupa di colorare il repertorio, a fare da fondamenta invece il duo Little Pieces Of Marmelede già con lui, come concorrenti, in uno degli ultimi X Factor, quindi Giacomo Rossetti dei Negrita al basso a completare l’organico.
Concerto che parte puntuale per chiudere entro le 23 precise, lo dico subito, non ci ho capito molto, o meglio, dopo due anni di pandemia, quest’estate era l’occasione giusta per tornare a suonare dal vivo, quindi tanti artisti hanno recuperato le date in sospeso e messo in piedi nuovi tour anche al di fuori di logiche promozionali legate ad una nuova pubblicazione. Dico così perchè il primo vero giro di concerti della carriera solista di Agnelli, trattasi, in realtà , di una sorta di cover band degli Afterhours, praticamente tutte i cavalli di battaglia serviti sul piatto, risuonate da musicisti, che magari sanno pure il fatto loro nei rispettivi progetti, ma che catapultati a reinterpretare del materiale così ingombrante, mi hanno lasciato perplesso, li ho trovati anche fuori luogo e la sensazione è assolutamente quella di un grande “boh”, se poi li paragonassi con l’ultimissima formazione degli Afterhours, quasi una sorta di best of di talenti, il confronto sarebbe impietoso. L’unica fuoriclasse, Beatrice Antolini, che poteva e può essere la persona giusta per una sorta di svolta, l’ho percepita sacrificata da una suono un pò ridondante e quindi, tranne un paio di brani, si è persa nel marasma.
Forse anche il Vittoriale non ha contribuito ad essere la location più adatta per un sound così spinto, ma non so, comunque, se un club avrebbe fatto la differenza.
Non contesto, ovviamente, la qualità delle canzoni, ci mancherebbe – siamo sempre nell’olimpo della storia del rock alternativo in italiano – e andando a ripetere anche le quattro uscite in questi mesi ci hanno riportato un artista al suo apice, performance vocale compresa, forse un pò più arrogante del solito, ma è anche il bello del suo personaggio, ma non ho capito proprio l’evoluzione di questo nuovo progetto.
Probabilmente avrà molto più senso rivederlo a disco nuovo licenziato in un più che possibile tour invernale.
Ma i dubbi rimangono.